Budapest aderisce all'iniziativa Eurocities, che riunisce le principali città europee, ha annunciato Gergely Karácsony sulla sua pagina sui social media.
Il 24 marzo alle 12 anche i trasporti pubblici di Budapest si fermeranno per un breve minuto per condividere il dolore di coloro i cui cari, amici e conoscenti sono stati portati via dall'epidemia. E con questo gesto vogliamo ringraziare il lavoro di tutti coloro che stanno combattendo l'epidemia in prima linea, medici, residenti, infermieri, paramedici e anche coloro che gestiscono le nostre città e l'Ungheria con il loro lavoro anche durante le restrizioni.
Tra l'altro il sindaco accenna anche: lo so, il gesto di un minuto di silenzio non riduce il dolore del lutto, non allevia le tante sofferenze causate dall'epidemia e dalle sue conseguenze. Ma forse è adatto per ricordarci: non possiamo preoccuparci, non possiamo annoiarci con i dati drammatici riportati ogni giorno.
I gesti di ricordo e gratitudine non mirano ad alzare la voce di dibattiti politici sempre più acuti, ma piuttosto a smorzarli. Poiché il virus non discrimina, non esiste un'epidemia filogovernativa e nessuna epidemia dell'opposizione, così come non esiste un vaccino filogovernativo e nessun vaccino dell'opposizione. Le drammatiche cifre della morte e la devastazione dell'epidemia impongono solo il comando della cooperazione e della compassione a tutti i decisori. L'umanità. Azioni umane e parole umane invece di slogan politici e falsa propaganda di successo.
Non abbiamo dubbi che il sindaco faccia sul serio per la maggior parte del post. Tuttavia, accettiamo con scetticismo le ultime tre frasi del suo pensiero, poiché le azioni del gran maestro di gesti e slogan finora non lo hanno giustificato. Per non parlare del fatto che la menzione della "propaganda del falso successo" è un commento subdolo, chiaramente politico.
Ma se lo intendi davvero, invece di slogan politici e finta propaganda di successo, azioni umane e parole umane. - le sue parole, a Dio piacendo, lascialo agire così, poi ci congratuliamo con lui.
Anche se non avrebbe fatto male se, già durante la prima ondata, quando l'epidemia mieteva vittime nella casa di cura Pestiúti gestita dal capoluogo, avesse quanto meno manifestato la sua simpatia per il suo aspetto personale. Ma siccome fino ad oggi non è riuscito a farlo, dobbiamo pensare che qualcosa non va nel suo grande cordoglio.