Le moschee vengono chiuse una dopo l'altra in Francia dopo che lo scorso autunno Emmanuel Macron ha annunciato una lotta contro il separatismo islamista. Lo ha detto il ministro dell'Interno Gérald Darmanin in un'intervista al quotidiano Le Figaro: dallo scorso novembre le autorità hanno condotto indagini in 89 moschee, un terzo delle quali è già stato chiuso, secondo Magyar Nemzet.
Nel prossimo futuro, sei andranno incontro a un destino simile, perché anche in queste moschee c'è il rischio di radicalizzazione. Il provvedimento colpisce anche le organizzazioni, finora cinque gruppi hanno dovuto cessare le loro attività perché promuovono l'islam politico.
Il ministro dell'Interno francese ha annunciato che le attività di altre quattro organizzazioni saranno sospese a ottobre, i conti bancari di 205 associazioni sono già stati congelati e due imam sono stati banditi dal Paese. A Strasburgo, la costruzione della Moschea Eyüp Sultan dell'organizzazione İslam Toplumu Milli Görüş legata alla Turchia è stata interrotta, nonostante avesse il permesso del comune.
Il 13 agosto il Consiglio costituzionale francese ha adottato la legge "contro il separatismo". Secondo il regolamento, d'ora in poi in Francia tutte le associazioni che godono del sostegno statale devono impegnarsi per "i valori e i principi della repubblica". Le donazioni estere superiori a diecimila euro devono essere denunciate all'ufficio delle imposte. Lo Stato francese sta anche inasprendo i controlli sulle scuole di fondazione religiosa, così come le misure contro la poligamia e il matrimonio forzato. Rende obbligatoria la scuola dell'infanzia per tutti i bambini a partire dai tre anni.
Darmanin ha dichiarato: prima che entrasse in vigore la legge anti-radicalizzazione, la polizia francese ha indagato su circa 24.000 luoghi legati alla religione islamica in tutto il Paese, e circa 650 di essi sono stati ritenuti estremisti e chiusi. Secondo i dati del 2016, in Francia c'erano 2.500 moschee.
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