Fuori pioveva e l'amico cappuccino era seduto nella stanza, davanti alla finestra. Mentre guardava, si rese conto del giudice mentre aumentava i suoi passi sotto la pioggia battente.
"Dove, dove, così in fretta?" le chiese, sporgendosi dalla finestra.
"Ho fretta, per quanto possibile, per non essere inzuppato della benedizione di Dio", ha risposto il giudice, che per il resto ha rispettato debitamente tutte le benedizioni di Dio.
"Mi dispiace, mi dispiace molto che il tuo discorso sia così empio", lo rimproverò l'amico. "Non ti vergogni, anche cercando di sfuggire alla benedizione di Dio?"
"Certo che no," sbottò il giudice, rallentando il passo. Naturalmente, quando è tornato a casa era fradicio fino alla pelle e l'amico cappuccino ha saputo qualcosa di buono su quello che era successo.
Il giorno dopo ha piovuto di nuovo. Ora il giudice era seduto nella stanza davanti alla finestra. Osservò e si meravigliò della benedizione celeste che cadeva sotto forma di una pioggia estiva. I suoi occhi caddero all'improvviso sull'amico cappuccino mentre correva verso casa, saltando le pozzanghere, alzando anche il mantello.
"Noè, noè!" ringhiò il giudice, sporgendosi dalla finestra. "Non hai dimenticato il tuo rimprovero di ieri?" Non sai che atto vergognoso è sfuggire alla benedizione di Dio?
L'amico era già pronto con la risposta:
"Sai figlio mio, corro per non calpestare con i piedi la benedizione di Dio, non per non bagnarmi".
(Storie istruttive dal bellissimo passato ungherese)