L'agenzia di stampa americana Bloomberg, considerata vicina al Partito Democratico, ha prodotto una fake news e poi l'ha pubblicata sul proprio sito. – si legge Origon, ma ne hanno parlato anche diversi portali di notizie basati sul New York Post. Il titolo dell'articolo era: In diretta: la Russia ha invaso l'Ucraina.
OVVIAMENTE NON È SUCCESSO NULLA DI QUESTO, BLOOMBERG HA PRODOTTO UNA NOTIZIA FALSA E L'HA RACCOLTA.
L'ARTICOLO È STATO TOLTO DALLA PRIMA PAGINA APPENA 30 MINUTI DOPO CHE IL PERSONALE DI BLOOMBERG HA RILASCIATO UNA DICHIARAZIONE IN CUI FORNIVA UNA SPIEGAZIONE.
Hanno detto di essere "profondamente dispiaciuti per quello che è successo", che l'articolo è stato accidentalmente affilato ed è stato scritto perché stavano anticipando molteplici scenari. Allo stesso tempo, non è chiaro dalla spiegazione che
ANCORA, PERCHÉ CI SONO SERVITI 30 MINUTI PER RIMUOVERE LE NOTIZIE FALSE DA UN'AGENZIA DI NOTIZIE COSÌ GRANDE E PERCHÉ NESSUNO SI È NOTATO DI AVER COMMESSO UN ERRORE DEL TALE.
L'intero articolo può essere letto su Origo .
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Il caso di Bloomberg ne è un buon esempio, la notizia è scritta con largo anticipo in modo che possa essere recuperata di scatto. Naturalmente, dalle notizie inventate risulta che non hanno saccheggiato, ma distribuito. In ogni caso, scrivere in anticipo notizie del genere è un gioco rischioso, anche se a distanza di migliaia di chilometri potrebbe non sembrare. Anche se, se vogliamo essere onesti, la produzione di notizie preparate esiste da molto tempo, ma di solito accadeva quando, ad esempio, ci si poteva aspettare che venisse annunciata la morte di un leader di stato. In tali casi, il necrologio e la foto erano pronti in modo che l'annuncio potesse essere fatto il prima possibile. Ma l'annuncio non è stato fatto prima della morte. Il caso di Bloomberg però non è così, cioè non può essere paragonato a una dichiarazione di guerra, perché una fake news del genere può comportare un rischio altissimo. Forse una delle "parti interessate" crederà...