Il 24 febbraio il Museo Casa del Terrore festeggia il suo ventesimo anniversario. In questa occasione si è tenuta una conferenza stampa, dove, oltre a ripercorrere e presentare i programmi, sono state discusse le parole di Péter Márki-Zay, il candidato primo ministro della sinistra, secondo il quale rappresentano sia i comunisti e i fascisti. Mária Schmidt, direttrice generale dell'istituto, ritiene che idealmente questa sarebbe la fine di una carriera politica, mentre il segretario di Stato Zoltán Kovács ha sottolineato che le parole di Márki-Zay dimostrano il diritto di esistere del museo.

"È simbolico che il 16 giugno 2000 l'allora governo abbia deciso di commemorare le vittime del comunismo", ha detto Zoltán Kovács. Il segretario di Stato responsabile per la comunicazione e le relazioni internazionali ha ricordato: in quel momento, la sinistra ha cercato di impedire il Giorno della Memoria e l'apertura della Casa del Terrore.

- Ieri il candidato premier di sinistra ha pronunciato parole che da un lato dimostrano il diritto del museo ad esistere, dall'altro avvertono del pericolo che si fa sempre più marcato non solo in Ungheria, ma in tutta l'Europa , ma anche negli Stati Uniti, e cioè le dittature totalitarie, in particolare la relativizzazione dei peccati del comunismo. Con questo, Zoltán Kovács ha indicato che Péter Márki-Zay ha parlato del fatto che rappresentano sia comunisti che fascisti. Come ha notato il Segretario di Stato, c'è ancora molto da fare perché la Casa del Terrore abbia lo scopo di impedire il riemergere di dittature totalitarie.

"Nei mesi precedenti l'apertura, sono stati compiuti feroci attacchi contro il museo", ha sottolineato Mária Schmidt, direttrice generale dell'istituto. Ha anche sottolineato che l'élite di sinistra ha pensato per vent'anni che solo loro potevano interpretare il passato e non potevano accettare di vivere qualcosa a cui non erano abituati.

- La dittatura che stiamo presentando non è stata un incidente storico casuale, che è stato il risultato del deragliamento di un'ideologia ben intenzionata - ha sottolineato Mária Schmidt, che è orgogliosa che il museo possa mostrare a molti giovani che il nazismo e dittature comuniste che scaturiscono da un fusto.

Il resoconto di Patrik Máté sulla conferenza stampa su Magyar Nemzet .

Immagine di presentazione: MTI/Balázs Mohai