I biocarburanti non faranno che esacerbare la crisi alimentare che colpisce l'Europa e il mondo. Nel frattempo, la leadership dell'Unione Europea è stata intrappolata dalla lobby delle grandi aziende produttrici di biocarburanti, che approfittano della sconsiderata politica energetica dell'Unione.

Una quantità di grano equivalente a 15 milioni di pagnotte di pane viene bruciata ogni giorno in Europa come biocarburante, secondo un rapporto dell'organizzazione per la protezione ambientale Transport and Environment (TE). TE sottolinea che la coltivazione delle piante necessarie per la produzione di biocarburanti occupa già il cinque per cento dei terreni agricoli del continente. Se la produzione di biocarburanti dovesse essere ridotta del venti per cento nell'Unione Europea, verrebbero rilasciate così tante materie prime alimentari vegetali che sarebbero in grado di compensare le importazioni perse dall'Ucraina, hanno concluso.

Alla luce di ciò, l'organizzazione definisce immorale e cinico l'atteggiamento delle compagnie di biocarburanti, che sfruttano la situazione attuale per fare pressioni affinché l'UE sostituisca le importazioni di petrolio russo con i carburanti che producono. Sottolineano nella loro analisi che ciò è impossibile nella pratica. Secondo i loro calcoli, se Bruxelles scegliesse questa soluzione, più del cento per cento dei terreni agricoli europei attualmente coltivati ​​dovrebbe essere utilizzato per la produzione di materie prime per combustibili, il che significa che ancora più aree dovrebbero essere portate in coltivazione.

TE ricorda che la produzione di biocarburanti – etanolo, biodiesel e biogas – richiede o materie prime vegetali – tra cui mais, grano – o oli vegetali. L'analisi sottolinea inoltre che non ci sono abbastanza rifiuti perché la produzione di combustibili verdi a base di rifiuti sia una seria alternativa ai combustibili fossili.

Affronta inoltre i due aspetti importanti secondo cui l'UE necessita di importazioni significative di materie prime per la produzione di biocarburanti, in particolare nel caso del biodiesel, per il quale non dispone di una produzione interna significativa. Inoltre, l'UE deve anche importare biocarburanti finiti, nel 2020 ha importato il 14,6% di biodiesel e il 14,4% di etanolo, secondo l'analisi di TE.

L'articolo completo di Magyar Hírlap può essere letto qui.

Autore: Zoltán Pataki

Immagine: Pixabay