I ministri della protezione ambientale degli Stati membri dell'Unione Europea riuniti mercoledì mattina a Lussemburgo, dopo sedici ore di trattative, hanno concordato cinque proposte per la protezione del clima, tra le altre cose, secondo cui dal 2035 i nuovi veicoli potranno essere immessi sul mercato solo se la loro anidride carbonica le emissioni sono zero Ciò significa praticamente la fine dei motori a combustione interna per le nuove autovetture e veicoli commerciali leggeri.
La proposta legislativa per la revisione delle norme sulle emissioni di anidride carbonica è stata presentata dalla Commissione europea nel luglio 2021. L'attuale accordo è un altro passo verso le proposte che diventano diritto dell'UE.
Le cinque proposte sono nella direzione del 55%! fa parte del pacchetto sulla protezione del clima, che mira a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto al livello del 1990. L'UE è il terzo più grande emettitore al mondo.
Diversi Stati membri, tra cui l'Italia, volevano posticipare l'eliminazione graduale dei motori a combustione interna fino al 2040. Sebbene ciò non sia stato raggiunto, i ministri hanno concordato una clausola, indicata in molti punti come l'emendamento Ferrari, che concede ulteriori cinque anni di esenzione alle case automobilistiche che producono meno di 10.000 veicoli all'anno.
La crisi climatica e le sue conseguenze sono evidenti, quindi è inevitabile che la politica si occupi di questi temi, ha affermato Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea responsabile dell'accordo verde europeo.
Timmermans ha aggiunto: la guerra della Russia contro l'Ucraina sta incoraggiando i paesi ad allontanarsi più rapidamente dalle fonti energetiche fossili.
I ministri hanno anche sostenuto la tassazione delle emissioni degli edifici residenziali e dei veicoli , a condizione che venga introdotta un anno dopo rispetto a quanto originariamente previsto, a partire dal 2027. Secondo l'agenzia di stampa Reuters, in trattative tese, hanno concordato la creazione di un fondo per il clima sociale da 59 miliardi di euro per il periodo 2027-2032, che mira ad aiutare le fasce a basso reddito della popolazione a sostenere i costi della transizione verde. La Lituania è stato l'unico paese ad opporsi all'accordo finale, chiedendo un ampliamento del fondo.
Polonia, Lettonia e altri hanno espresso preoccupazione per la nuova carbon tax, sottolineando che potrebbe aumentare significativamente la spesa dei cittadini.
Fonte: MTI
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