"Essere o non essere ?" – L'ungherese pensante; quante volte ti sei trovato di fronte a questa domanda amletica! La ragione pone la risposta tra i segreti del futuro. Vorremmo vedere un po' in questo segreto...

La scelta obbligata tra essere o non essere ha perseguitato l'ungherese molte volte, ma la sua spada ha vinto. C'erano occhi penetranti su di lui - anche allora - da tutte e quattro le direzioni. Quando si è insediato definitivamente nel grembo dei Carpazi. Anche se il potere della spada si è indebolito, quello dello spirito si è risvegliato! Szent István decise dopo molte lotte e rifiutò il cristianesimo come base per un'ulteriore esistenza ungherese.

Poi venne il tartaro, infuriarono le lotte intestine, i re meschini devastarono il paese. Mohács distrutto, Turchi conquistati, per centocinquanta anni. Asburgo da più di trecento... Eppure: gli ungheresi hanno mantenuto un millennio nel loro paese. Durante mille anni - più di cento volte - il nostro destino ha risposto quando ci siamo chiesti: saremo o saremo perduti? E noi siamo!

Il nostro passato è un'eterna battaglia tra la vita e la morte combattuta sul confine conflittuale dell'essere e del non essere. Questo può fornire una risposta: anche per il nostro futuro?

Ci rivolgiamo alla nostra educazione, che è parte integrante dell'alta cultura. Ascoltiamo e comprendiamo il suo suggerimento... Il processo della vita: emersione, formazione e sviluppo sono le sue fasi, e nuove forme di esistenza appaiono sempre al centro di forze opposte. Questa può essere una legge universale, ma non ci rassicura sul nostro futuro ungherese. È qui che mostra davvero che la mente umana non va lontano con il ragionamento. Nell'esaminare il destino e la storia umana, anche i più grandi pensatori giungono spesso a conclusioni opposte. Il pensiero ha un limite, oltre il quale puoi andare oltre solo con la forza della FEDE. Questo ci spinge ad agire anche nel presente, anche se sappiamo che tutti i nostri movimenti diventeranno azioni, creazioni e fatti solo in futuro.

Il domani è concepito nell'oggi. L'anima vatésziana dei nostri poeti e pensatori frusta tante volte l'ungherese perché è preoccupato per il suo futuro. Minaccia che siamo assassini della nostra stessa forza, pigri e sbagliati. Perditori della nostra eredità. Eppure la fede è in noi, è la nostra linfa vitale. Se avessimo rinunciato al futuro ungherese. canteremmo solo un canto funebre, ma anche il nostro lamento è incoraggiante: CREDIAMO! E NOI NON MOLLIAMO MAI, MAI!

"NON POSSONO ESSERE TANTI CUORI A VERSARE SANGUE INVANO. . . "La fede genera convinzione pronta all'azione, dobbiamo realizzare la nostra vocazione. La fede risponde anche alle nostre attuali riflessioni: l'ungherese rimarrà per poter adempiere al suo compito!

ABBIAMO UN FUTURO, PERCHÉ "DIO AVRÀ ANCORA BISOGNO DELL'UNGHERESE!"

A nome della voce dei 56 combattenti per la libertà ungheresi sparsi nel mondo: Tibor Véghely

(Foto di copertina: MTI/Tamás Kovács)