Avvertiamo Péter Márki-Zay di non tracciare alcun parallelo tra il CÖF e le sue attività di campagna all'estero per vendere l'Ungheria con denaro americano.
Ha ammesso che, in quanto candidato a Primo Ministro sostenuto dall'opposizione ungherese, ha accettato un'assistenza finanziaria che ha reso evidenti le interferenze nelle elezioni parlamentari. Né si può nascondere che, come avventuriero politico, godette della consapevole collaborazione del campo dell'opposizione ungherese, il che vale anche per l'occultamento delle fonti finanziarie.
Márki-Zay e la sua organizzazione stanno cercando di sfuggire alla giustizia coprendosi con il CÖF. Ecco perché affrontiamo i fatti:
- CÖF-CÖKA con la sua gestione finanziaria definita entro il 31 maggio 2022 e resa immediatamente pubblica.
Márki-Zay se lo è perso. - dalla fondazione di CÖF-CÖKA, non ha accettato alcun sostegno dall'estero.
Márki-Zay e l'associazione MMM invece sì. - CÖF-CÖKA ha coperto la sua campagna con donazioni dal settore privato in accordo con la volontà dei difensori intellettuali del paese. D'altra parte, Márki-Zay ha collaborato alla creazione preliminare di una fondazione americana per influenzare le elezioni ungheresi, integrandola con il sostegno delle organizzazioni di Soros.
L'uso del denaro per influenzare le elezioni ungheresi in un modo proibito dalle leggi ungheresi solleva la questione della cooperazione dei partiti di opposizione come complici politici.
La delegazione dell'OSCE, che verifica l'integrità delle elezioni, ha chiuso un occhio sulla divulgazione dell'attività elettorale della sinistra nel suo rapporto pubblicato. È dovere morale dei partecipanti alla missione integrare successivamente il rapporto.
Persone come Márki-Zay e Bence Tordai non sono degne di usare il nome di CÖF.
László Csizmadia è il presidente fondatore di CÖF-CÖKA