Quando si parla della fallita politica delle sanzioni di Bruxelles, non si può fare a meno di menzionare le restrizioni sul petrolio e sui prodotti petroliferi
è stato sottolineato dal Sottosegretario di Stato incaricato della comunicazione e delle relazioni internazionali nel video realizzato in occasione della consultazione nazionale. Zoltán Kovács ha spiegato: per molto tempo dopo lo scoppio della guerra si è detto che non volevano introdurre sanzioni in materia di energia. Poi all'improvviso tutto è cambiato a giugno e Bruxelles ha imposto la decisione di vietare il greggio russo ei derivati del petrolio.
Abbiamo detto fin dall'inizio che qualsiasi sanzione imposta sui prezzi dell'energia equivarrebbe a sganciare una bomba atomica sia sull'economia ungherese che su quella europea, ha sottolineato Zoltán Kovács.
Il segretario di Stato ha anche evidenziato che nel caso dell'Ungheria, che non ha porti marittimi e gas e petrolio possono arrivare qui solo tramite oleodotti, è ovvio che una tale transizione sarebbe possibile solo dopo molti anni e centinaia di miliardi di fiorini investiti.
"Ecco perché, dopo lunghe lotte e dure battaglie, il Primo Ministro è riuscito a ottenere un'esenzione dalle sanzioni imposte al greggio russo", ha spiegato Zoltán Kovács, che ha poi aggiunto: "Ora possiamo constatare che queste sanzioni danneggiano l'Europa molto più di La Russia, per quanto i ricavi di quest'ultima siano fermi, sono cresciuti anche loro, mentre in Europa si è scatenata l'inflazione.
Serve un cambio di rotta nella politica europea! Se un numero sufficiente di noi si batte per questo ed esprime la propria opinione, saremo in grado di cambiare queste decisioni, ha sottolineato Zoltán Kovács.
Fonte: Nazione ungherese
Immagine di presentazione: MTI