Péter Szijjártó ha anche sottolineato che il governo continuerà a respingere il piano per un'imposta minima globale sulle società, la cui attuazione significherebbe che l'imposta sulle società dovrebbe essere aumentata di 6 punti percentuali.
Alla tavola rotonda del forum ha partecipato anche il ministro dell'Industria e dell'innovazione, László Palkovics, con i dirigenti d'azienda tedeschi, che hanno sottolineato che al governo "davvero non piace" e hanno introdotto le cosiddette tasse sugli utili extra solo per necessità, che non discriminano i cittadini stranieri società partecipate e saranno abolite il prima possibile.
In questo contesto, Thomas Spannagl, uno dei titolari tedeschi di Duna-Dráva Cement Kft., che gestisce cementifici, e amministratore delegato di Schwenk Zement, ha spiegato che coprono il 40 per cento del consumo ungherese, sono attivi nel Paese da diversi decenni ed erano "molto felici" fino all'introduzione dell'imposta sugli utili extra.
Questo onere "direttamente e seriamente negativamente" colpisce l'azienda, minaccia persino la sua stabilità finanziaria, ha spiegato Thomas Spannagl, aggiungendo che il fatto che gli importatori non siano gravati da tale tassa complica ulteriormente la loro situazione. Philipp Haussmann, capo del gruppo di rappresentanza degli interessi (Ost-Auschuss der Deutschen Wirtschaft), che riunisce gli attori dell'economia tedesca operanti nei mercati dell'Europa orientale, ha sottolineato che il governo deve prendere sul serio le preoccupazioni delle imprese tedesche operanti in settori classificati come strategico e prestare attenzione alle disposizioni del diritto dell'Unione europea.
Hans-Peter Kemser, direttore dello stabilimento BMW in costruzione a Debrecen, ha sottolineato che tutte le condizioni nella città orientale dell'Ungheria sono ideali per la costruzione e il funzionamento del più moderno stabilimento della casa automobilistica tedesca.
Come ha detto, "il futuro di BMW inizia a Debrecen". L'impianto rappresenta un "approccio completamente nuovo", non solo per quanto riguarda i suoi prodotti, ma anche per il fatto che funzionerà esclusivamente con energia prodotta da fonti rinnovabili.
A questo proposito, László Palkovics ha sottolineato che l'Ungheria è uno dei paesi più "high-tech" al mondo, cioè all'avanguardia nell'applicazione delle più moderne tecnologie di produzione. Questo però non dovrebbe bastare, oltre alla produzione occorre fare progressi anche nel campo della ricerca e sviluppo.
Péter Szijjártó ha aggiunto che l'Ungheria è il "portabandiera" nella trasformazione "rivoluzionaria" dell'industria automobilistica, di cui Debrecen è il miglior esempio, poiché non solo le BMW elettriche saranno prodotte in città, ma anche attraverso lo sviluppo del più grande investimento domestico di tutti i tempi, il CATL cinese anche le batterie necessarie per l'uso delle auto elettriche.
Fonte: Magyar Hírlap
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