La Corte suprema svedese ha rifiutato di estradare in Turchia il giornalista turco gülenista Bülent Kenes. Tutto questo nonostante il presidente turco Recep Tayyip Erdogan abbia chiesto l'estradizione dell'attivista dell'opposizione per nome. Ankara ha indicato di sostenere l'adesione della Svezia e della Finlandia alla NATO solo se i due paesi smetteranno di sostenere i "terroristi" ed estradaranno figure dell'opposizione e rifugiati curdi nominati dal governo turco.
L'attivista dell'opposizione, che gode dello status di rifugiato in Svezia, è stato nominato anche dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella sua richiesta di estradizione dei "terroristi", il cui adempimento ha posto come precondizione per l'approvazione dell'adesione della Svezia alla Nato.
La più alta corte svedese afferma che ci sono diversi ostacoli all'estradizione dell'ex caporedattore del quotidiano in lingua inglese Zaman, che la Turchia accusa di aver preso parte al colpo di stato del 2016 che ha deposto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Le accuse mosse contro Kenes non sono considerate un crimine in Svezia, il che, insieme alla natura politica del caso e allo status di rifugiato concesso al giornalista, rende impossibile l'estradizione, ha sottolineato il giudice Petter Aspaz.
C'è anche il rischio di persecuzione a causa delle convinzioni politiche della persona in questione. L'estradizione non può quindi aver luogo, ha aggiunto il giudice.
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Immagine: MTI (il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il primo ministro svedese Ulf Kristersson)