L'obiettivo è promuovere la "comprensione sociale" dei pedofili. Come è avvenuto per innumerevoli forme di comportamenti devianti e di aberrazioni, esse fanno anzitutto riferimento alla relatività dei "gusti sessuali" e all'esaltata, generale uguaglianza umana per confondere l'anormale con il normale e quindi presentarsi come degni di accettazione ciò che in realtà è inaccettabile - ha reagito allo scandalo pedofilo di Óbuda Miklós Szánthó nel suo ultimo post su Facebook.
Come è noto, un assistente pedagogico di Budapest di 40 anni e attivista LGBTQ ha annunciato con orgoglio in un video di aver avuto una relazione con una studentessa di 15 anni, per poi difendersi dicendo che non si trattava di pedofilia, ma " ephebophilia", cioè "giovane amore".
Il direttore generale del Center for Basic Rights ci ha ricordato che tre anni fa, nel 2020, ha richiamato l'attenzione sul fatto che la continua "mania di liberazione non finirà mai, prima la rivoluzione sessuale, poi i diritti LGBTQAPI, poi il transgenderismo - e poi logicamente segue la lotta per la libertà dei pedofili".
Non sono iniziate oggi e non si fermeranno domani. Uguaglianza, tolleranza, accettazione dell'alterità, diversità, comprensione, non discriminazione: quante volte l'abbiamo sentita e con quale ritmo le piacevoli maniere liberali si riversano su di noi da ogni parte. E attenzione, la prossima sarà la pedofilia. Non si chiamerà nemmeno pedofilia, ma - diranno riferendosi a ragioni storiche ed etimologiche - l'ha scritta come "amore per i bambini".
Secondo il direttore generale, d'ora in poi non dobbiamo tirarci indietro. Crede che il tentativo di relativizzare la pedofilia e sensibilizzarla dovrebbe essere l'ultima goccia. – Se vuoi, la società ha bisogno di essere ri-sensibilizzata. Non diamo via i nostri figli! Mai! Miklós Szánthó concluse i suoi pensieri.
Fonte: Nazione ungherese
Immagine di presentazione: Magyar Hírlap