In relazione alla guerra russo-ucraina, il governo ungherese persegue una politica favorevole alla pace, il cui elemento principale è promuovere un cessate il fuoco immediato invece di misure che incoraggiano un'ulteriore escalation del conflitto. In relazione alle critiche internazionali, Századvég ha esaminato
In relazione al sondaggio Századvég, ha ricordato che, oltre alla vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourová, e all'ambasciatore americano David Pressman, diversi attori internazionali hanno criticato la posizione del nostro Paese con l'intenzione di esercitare pressioni politiche. Guy Verhofstadt, un membro liberale del Parlamento europeo, si è lamentato del fatto che Viktor Orbán "sta ancora sabotando le sanzioni contro la Russia" e ha chiesto la revoca del diritto di voto dell'Ungheria al Consiglio europeo. Inoltre, il vice ministro degli Esteri ucraino Yevhen Perebijnys ha espresso il suo disappunto per il fatto che il nostro Paese "blocchi le sanzioni contro la Russia".
L'indagine evidenzia che in Ungheria è emerso un consenso sociale per porre fine al conflitto armato il prima possibile, oltre all'immediata cessazione delle operazioni di combattimento. Si può concludere che, secondo il 91 per cento degli ungheresi, la guerra russo-ucraina dovrebbe finire immediatamente e le parti dovrebbero essere portate al tavolo dei negoziati.
La percentuale di coloro che credono che il conflitto armato dovrebbe continuare fino alla sconfitta di Vladimir Putin è solo del 7%. L'alto livello di sostegno sociale per porre fine alla guerra il prima possibile può essere ricondotto, tra l'altro, al fatto che il 62 per cento degli intervistati ritiene che alla fine nessuna delle due parti uscirà vittoriosa dal conflitto bellico.
Dallo scoppio del conflitto armato russo-ucraino, Bruxelles e l'amministrazione Biden hanno preso posizione a favore delle sanzioni, con le quali cercano di frenare le aspirazioni militari della Russia. Sulla base della ricerca, si può chiaramente affermare che la popolazione considera le misure penali finora introdotte - contrariamente al loro scopo originario - dannose per l'Europa.
Il 70% degli intervistati ha affermato che le sanzioni introdotte hanno causato più danni all'Europa e all'Ungheria nel suo complesso.
Si può quindi vedere che, nonostante le critiche internazionali a favore della guerra e delle sanzioni, la politica del governo ungherese nei confronti della crisi russo-ucraina non solo è in linea con le aspettative della maggioranza, ma può anche essere considerata una politica nazionale abbastanza unificata posizione, scrisse Századvég.
Fonte: Fine del sec