Crediamo nella democrazia delle nazioni uguali basate sul consenso, e vogliamo ancora un'Europa come questa, dove si gioisca del successo reciproco, questa sarebbe la chiave per la sopravvivenza, non un impero, ha detto giovedì il ministro della Giustizia alla tavola rotonda sulla serie Globus della Fondazione Lajos Batthyány intitolata L'Ungheria al centro delle sfide europee presso la Villa Lónyay-Hatvany a Budapest.
Judit Varga ha affermato: i conservatori europei possono cambiare seriamente le proporzioni nelle elezioni del Parlamento europeo del 2024 se credono in un'Europa delle nazioni sovrane.
"Bruxelles vuole imporci le opinioni delle Ong finanziate a livello internazionale, questa è già un'operazione imperiale. "Le Ong si mettono una maschera filantropica, ma fanno politica, si definiscono civili, ma si comportano come un partito, con tanti soldi", ha spiegato il ministro.
L'ha messa così: la Commissione europea "nutre" le ONG alle quali esternalizza la democrazia europea. E' nostro compito segnalarlo ovunque fino alle elezioni - ha dichiarato Judit Varga.
Il ministro della Giustizia ha affermato: "devi essere in contatto con il popolo, non con l'élite, abbiamo un collegamento diretto tra il legislatore e il popolo, l'istituzione della consultazione nazionale è quindi preziosa". D'altra parte, secondo lui, ciò che è importante per Bruxelles è se qualcosa è accettabile o meno per le grandi ONG internazionali.
Ha definito la procedura dello stato di diritto un "pantano burocratico a Bruxelles", aggiungendo: "dobbiamo attraversarlo".
Ha parlato del doppio standard e del numero crescente di richieste, ma ha richiamato l'attenzione sul fatto che durante tali lotte, ad esempio, "abbiamo mantenuto con successo la nostra posizione anti-immigrazione per otto anni". "Guadagniamo tempo con la massima creatività legale, teniamo chiuso il confine anche se piano piano dobbiamo pagare quotidianamente multe per violazione degli obblighi, per i quali non facciamo entrare nessuno", ha osservato il ministro.
Ha continuato dicendo che "il mondo sta andando avanti e la posizione dell'UE è quella di aumentare l'efficienza dei rimpatri. Abbiamo perseverato per otto anni e ora il mondo si rivolge a noi", ha dichiarato Judit Varga.
Ha affrontato gli attacchi al Child Protection Act e lo ha menzionato
"accusato di violazione della libertà dei servizi",
quando si tratta del fatto che i bambini non possono ricevere alcuna informazione a scuola.
"Non possono dire che escludiamo la lobby LGBTQ dalle scuole, ecco perché trovano tali scuse", ha detto il ministro, aggiungendo che la procedura è stata politicizzata perché "abbiamo toccato un nervo scoperto", ma non permettiamo loro di avere un dire in cosa pensiamo del concetto di famiglia.
Fonte: Magyar Hírlap
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