Le parole del Santo Padre alla benedizione Urbi et Orbi del 9 aprile, domenica di Pasqua, sono state pubblicate da Magyar Kurír.

Miei cari fratelli, Cristo è risorto!

Oggi proclamiamo che Lui, il Signore della nostra vita, è la "risurrezione e la vita" del mondo (cfr Gv 11,25). Questa è Pasqua, Pesach in ebraico, che significa "passover", perché

In Gesù si compie il passaggio decisivo dell'umanità: dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalla paura alla fiducia, dall'abbandono alla comunità.

In Lui, nel Signore del tempo e della storia, voglio dire a tutti, con la gioia nel cuore: Buona Pasqua!

Miei cari fratelli e sorelle, questo giorno sia per tutti voi un passaggio dalla prova alla consolazione, specialmente per gli ammalati e i poveri, gli anziani e quanti vivono prove e difficoltà. Non siamo soli: Gesù, il Vivente, è sempre con noi. Gioisca la Chiesa e il mondo, perché oggi le nostre speranze non si scontrano più con il muro della morte, poiché il Signore ha costruito per noi un ponte verso la vita. Sì, fratelli miei,

a Pasqua le sorti del mondo sono cambiate, e in questo giorno, che coincide con la data più probabile della risurrezione di Cristo, possiamo celebrare con gioia, per pura grazia, il giorno più importante e bello della storia.

Ferenc-urbi

 

Cristo è risorto, veramente risorto, come proclama la Chiesa d'Oriente. Questo ci dice davvero che la speranza non è un'illusione, ma una verità. Il cammino dell'umanità dopo la Pasqua è caratterizzato dalla speranza, e si sta già muovendo più velocemente. Ce lo dimostra l'esempio dei primi testimoni della risurrezione. I Vangeli raccontano la fretta benevola con cui «le donne corsero a portare l'annunzio ai discepoli» il giorno di Pasqua (Mt 28,8). E dopo che Maria Maddalena «corse e andò da Simon Pietro» (Gv 20,2), Giovanni e Pietro «corsero insieme» (cfr v. 4) per visitare il luogo dove Gesù era stato sepolto. E dopo che i due discepoli incontrarono il Risorto sulla via di Emmaus, la sera di Pasqua "si misero senza indugio in cammino" (Lc 24,33), corsero in fretta per diversi chilometri, in salita, nel buio, perché la gioia sfrenata di La Pasqua ardeva nei loro cuori (cfr v 32).

La stessa gioia divampò in Pietro sulla riva del mare di Galilea, quando, vedendo Gesù risorto, non poté più restare nella barca con gli altri, ma si gettò subito in acqua per uscire veloce a nuotargli incontro. (cfr Gv 21,7).

A Pasqua, dunque, il nostro cammino si accelera e diventa una corsa, perché l'umanità vede già la meta del suo cammino, il senso del suo destino, Gesù Cristo. È stato invitato a venire a Lui, speranza del mondo.

Francesco Vaticano

 

Affrettiamoci perché inizi a crescere in noi il cammino della fiducia reciproca: la fiducia tra le persone, i popoli e le nazioni.

Lasciamoci sorprendere dalla buona novella della Pasqua, luce che illumina le tenebre e le oscurità in cui troppo spesso è avvolto il mondo.

Affrettiamoci a superare conflitti e divisioni e apriamo il nostro cuore a chi ne ha più bisogno.

Affrettiamoci a percorrere le vie della pace e della fratellanza. Rallegriamoci per i segni concreti di speranza che ci giungono da tanti Paesi, a cominciare da quelli che offrono aiuto e accoglienza a quanti fuggono dalla guerra e dalla povertà.

Certo, ci sono ancora pietre sulla strada in cui possiamo inciampare, che rendono difficile e faticosa la nostra fretta verso il Risorto. A lui rivolgiamo la nostra supplica: Aiutaci ad accorrere da te! Aiutaci ad aprire i nostri cuori!

Aiuta l'amato popolo ucraino nel cammino verso la pace e diffondi la luce pasquale sul popolo russo! Rafforza i feriti e tutti coloro che hanno perso i loro cari nella guerra, e fa' che i prigionieri tornino sani e salvi alle loro famiglie! Aprite i cuori dell'intera comunità internazionale perché lavorino insieme per porre fine alla guerra ed eliminare tutti i conflitti che insanguinano il mondo, a cominciare dalla Siria, che attende ancora la pace!

Potete leggere l'intero discorso nel Magyar Kurír cliccando qui

Foto: Vatican.va