Settimana dopo settimana ascoltiamo il sermone, in cui si dicono molte cose. Ascoltiamo, capiamo le parole, semplicemente non vogliamo prenderne atto.

Qual è il motivo? Il mondo di oggi ci ha trasformato in questo? Lottiamo all'unisono, i nostri volti non tremano nemmeno quando sentiamo gli scandali, ma preghiamo Dio, che è il nostro rifugio e ci aspettiamo aiuto da Lui.

Non ascoltiamo nemmeno le parole del tuo "intermediario". Parla di amore, di pace, delle banalità della vita terrena, e mentre sediamo con la faccia seria, forse i nostri pensieri sono altrove. È come se la speranza fosse persa. Anche se una volta, l'uomo di una volta pensava che: nella camera di Dio, la speranza è nella borsa più grande. La corda è sempre slegata in modo che tutti possano raggiungerla.

Sembra che non vogliamo più vivere con questo. Lasciamoci alla deriva del mondo, prendiamo atto che dobbiamo adattarci alla quotidianità. Al giorno d'oggi, è di moda lamentarsi, sospirare, presentare il proprio lamento in un modo o nell'altro e persino calunniare i nostri amici e conoscenti immediati. Questa è la virtù ungherese. E diciamo che noi cattolici siamo diversi, ma andiamo alla deriva e seguiamo la tendenza, anche se lo sappiamo; è una grande cosa da vedere, da sapere. Facciamo incazzare i saggi, facciamo il tifo per gli ignoranti. Il campo di coloro che sono sempre più poveri di spirito non fa che crescere, perché non vedere, non sapere, è uno stato confortevole.

Vediamo i fatti e, come sappiamo, i fatti sono cose ostinate.

(Foto di copertina: MTI/Tibor Rosta )