Il ministro dell'Agricoltura István Nagy ha annunciato sulla sua pagina Facebook di essere riuscito a convincere i burocrati di Bruxelles: non solo dovrebbero servire gli interessi dell'Ucraina consentendo importazioni di grano senza restrizioni, ma dovrebbero anche tenere conto degli interessi e della difficile situazione dei contadini del Paesi UE.

Il ministro ha dettagliato quanto accaduto in un videomessaggio, commentando la registrazione con le seguenti poche righe:

Abbiamo avuto un grande successo! Bruxelles ha ceduto alle pressioni dei cinque Stati membri, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania, ed è stato raggiunto un accordo a livello UE sul divieto di importazione di grano ucraino!

civilek.info:

Vale la pena notare che Ungheria, Polonia e Slovacchia avevano precedentemente introdotto un divieto alla distribuzione di grano dall'Ucraina, anche perché l'originario accordo di esportazione - introdotto da Bruxelles - avrebbe creato una situazione di mercato impossibile. In teoria, il grano ucraino avrebbe solo "viaggiato" attraverso i paesi circostanti per raggiungere i paesi che ne hanno bisogno. Ma invece che in transito, le spedizioni sono rimaste “bloccate dentro” i magazzini dei suddetti paesi.

Il problema principale con il grano ucraino è che i severi standard di qualità dell'UE non si applicano alla loro coltivazione (perché l'Ucraina non è membro dell'Unione Europea!!!), quindi usano anche pesticidi che sono vietati nei paesi membri. Inoltre si parla anche di cereali geneticamente modificati ("grazie" ad aziende con interessi americani), e la distribuzione di alimenti geneticamente modificati è vietata anche dall'Ungheria, tra gli altri. È stato anche rivelato - sulla base di indagini slovacche - che parte del grano in Ucraina è contaminato, non solo adatto al consumo umano, ma anche all'uso come mangime per animali.

Alla fine non è successo altro che Bruxelles è stata costretta a prendere atto della situazione esistente, cioè ha accettato i divieti di importazione già in vigore.

E aspettiamo il sostegno finanziario promesso, conoscendo la "buona abitudine" della gente di Bruxelles, che ama infrangere le promesse quando si tratta di Polonia e Ungheria... 

Fonte: Facebook/István Nagy

(Immagine di intestazione: Pixabay )