In una petizione, 53 sindaci e il presidente del consiglio della contea di Hargita protestano contro l'atteggiamento passivo delle autorità, che hanno dimostrato l'8 luglio, durante il vandalismo nel cimitero militare di Úzvölgy.
Secondo le informazioni del consiglio della contea di Hargita, venerdì è stata inviata la petizione indirizzata al ministero dell'Interno, in cui si chiede alle autorità competenti di adottare misure decisive e immediate per identificare e ritenere responsabili i colpevoli.
"Finché il comune di Csíkszentmárton possiede la proprietà, è inaccettabile che la polizia e la gendarmeria permettano a certe persone di danneggiare e degradare il cimitero degli Eroi, il che è un atto irresponsabile, barbaro e non meno provocatorio.
Signor Ministro, le chiediamo rispettosamente di prendere tutte le misure necessarie per indagare sul suddetto caso ai sensi della legge n. istruzioni affinché i cittadini possano, responsabilmente, trattare con rispetto i luoghi santi e i santuari che commemorano i defunti", scrivono nella lettera indirizzata al ministro dell'Interno, Marian-Cătălin Predoiu.
"Spero che in futuro tali abusi immorali e illegali possano essere prevenuti nella contea di Hargita. Credo che la legge sia uguale per tutti, indipendentemente dall'etnia.
Quanto accaduto l'8 luglio al cimitero, alla presenza di polizia e gendarmeria, è indegno in uno stato di diritto. Collocando le 150 croci di legno, credo che abbiano profanato le tombe e danneggiato il luogo di riposo di quegli eroi a cui dobbiamo preservare la loro memoria", ha sottolineato Csaba Borboly, presidente del consiglio della contea di Hargita.
Sulla base dell'annuncio del consiglio di venerdì, 22 insediamenti della regione di Csík hanno firmato la petizione, 23 insediamenti della regione di Udvarhelyszék e 8 insediamenti della regione di Gyergyó si sono uniti.
Come è noto, organizzata dall'Associazione Calea Neamului (Via della Nazione), l'8 luglio un centinaio di persone si sono recate al cimitero militare di Úzvölgy per erigere centocinquanta croci di legno al posto delle cinquanta croci di cemento che erano state collocate abusivamente e poi rimosso a seguito di una decisione del tribunale. Né la polizia né la gendarmeria sono intervenute durante l'erezione delle croci di legno.
Immagine di presentazione: MTI/Nándor Veres