Parigi ha fatto un respiro profondo e ha compiuto un passo significativo per frenare la diffusione dell’Islam, almeno nelle istituzioni educative.

Secondo il ministro dell'Istruzione, secondo la BBC, agli studenti sarà vietato indossare l'abaya, una veste lunga e ampia indossata da alcune donne musulmane, nelle scuole pubbliche francesi. La norma entrerà in vigore il 4 settembre.

La Francia vieta severamente i simboli religiosi nelle scuole pubbliche e negli edifici governativi, sostenendo che violano le leggi secolari.

"Quando entriamo in una classe, non dovremmo essere in grado di riconoscere la religione degli studenti solo guardandoli", ha detto il ministro dell'Istruzione Gabriel Attal al canale televisivo francese TF1, aggiungendo: "Ho deciso che l'abaya non può più essere indossata nelle scuole."

L’indumento viene sempre più indossato nelle scuole, portando a divisioni politiche: i partiti di destra ne chiedono il divieto, mentre i partiti di sinistra si preoccupano per i diritti delle donne e ragazze musulmane.

"L'abaya è un gesto religioso che mira a mettere alla prova la resistenza della repubblica al santuario secolare che la scuola dovrebbe rappresentare", ha detto Attal a TF1.

La Francia ha vietato il velo integrale in pubblico nel 2010, facendo arrabbiare la comunità musulmana francese composta da cinque milioni di persone.

La Francia ha severamente vietato i simboli religiosi nelle scuole dal 19° secolo, compresi i simboli cristiani come le grandi croci, nel tentativo di frenare l’influenza cattolica nell’istruzione pubblica.

Nel corso degli anni la legge è stata rinnovata più volte, tanto da includere ora il velo musulmano e la kippah ebraica, ma l’abaya non è stata del tutto bandita.

Il dibattito sui simboli islamici si è intensificato da quando un rifugiato ceceno ha decapitato nel 2020 un insegnante, Samuel Paty, che mostrava caricature del profeta Maometto ai suoi studenti vicino alla sua scuola in un sobborgo di Parigi.

L'annuncio è la prima grande decisione politica per Attal, che è stato nominato ministro dell'Istruzione francese all'età di 34 anni quest'estate dal presidente Emmanuel Macron.

Secondo il CFCM, organismo nazionale che rappresenta molte associazioni musulmane, gli indumenti non sono di per sé “simboli religiosi”.

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