Per me, questo è il ricordo più triste dell’attacco terroristico dell’11 settembre. Oltre alle centinaia di vittime, le rovine delle due torri hanno seppellito anche la fiducia e la grandezza di una superpotenza, scrive nel suo articolo il politologo Robert C. Castel
"Oltre alle centinaia di vittime, le rovine delle due torri seppellirono anche la fiducia e la grandezza di una superpotenza.
La risposta più degna sarebbe che entro un anno al posto di quelle demolite sorgeranno due nuove torri.
Sono più alti, più sinuosi, più ostentati.
Una vera potenza mondiale si sarebbe comportata in questo modo.
Quello che abbiamo ottenuto invece è stato un simulacro di potere, un simulacro di torri. Le anime belle direbbero che è fatto di raggi luminosi invece che di acciaio. Ma le belle parole non ingannano nessuno. Dove un tempo sorgevano i simboli della grandezza americana, ora gli occhi spenti di due vecchie lanterne fissano il nulla.
E per completare l'umiliazione, è stato concesso un appezzamento di terreno per la cosiddetta moschea "ground zero", nelle immediate vicinanze dell'epicentro. Anche le anime belle sono riuscite a fare questo schiaffo, ma il pubblico target in Medio Oriente ha capito perfettamente il simbolismo della questione. E rise sgarbatamente di lui.
Ciò che seguì furono le conseguenze della guerra infinita al terrore, che minò anziché rafforzare l’ordine mondiale americano e l’egemonia occidentale.
Il cambiamento dell’ordine mondiale è iniziato qui.
Con il fatto che due torri che avrebbero dovuto essere ricostruite subito non sono state ricostruite fino ad oggi. I missili russi che hanno colpito Kiev hanno solo reso indiscutibile il cambiamento dell’ordine mondiale.
Se gli Stati Uniti, e con loro l’Occidente collettivo, pensano ancora di raccogliere la sfida lanciata loro di fronte e di provare a girare indietro la ruota del tempo, allora dovrebbero tornare qui e ricominciare tutto da capo.
Non con spedizioni di armi, conferenze senza senso e gesti vuoti, non con mezzi di distruzione, ma di costruzione.
Perché cosa resta di una grande potenza anche dopo migliaia di anni? Non le armi, ma gli edifici.
Non ciò che ha distrutto, ma ciò che ha creato."
Foto: MTI/EPA/Jason Szenes