Siamo convinti che l’accordo sulla migrazione dell’UE possa aver luogo nei prossimi giorni, saremo in grado di finalizzare questo mandato politico per il Consiglio in modo tale da poter poi continuare a negoziare tutte le norme e gli strumenti giuridici che compongono il processo di migrazione patto insieme al Parlamento europeo, ha dichiarato giovedì a Bruxelles Ylva il commissario europeo agli Affari interni Johansson.

Il commissario ha dichiarato nella conferenza stampa successiva alla riunione dei ministri responsabili degli affari interni degli Stati membri dell'UE: sono stati fatti molti progressi nel dibattito sul pacchetto immigrazione e asilo, i principali ostacoli sono stati rimossi,

alcuni piccoli disaccordi devono ancora essere risolti.

Il patto mira ad allentare la pressione migratoria sui cosiddetti paesi in prima linea come l’Italia e la Grecia

una parte degli arrivi verrebbe trasferita in altri paesi dell’UE. I paesi che si oppongono all’accoglienza dei richiedenti asilo sarebbero obbligati a pagare i paesi che accettano i migranti.

Il ministro degli Interni tedesco Nancy Faeser ha confermato dopo l'incontro che giovedì in seno al Consiglio è stato raggiunto un accordo politico sul cosiddetto decreto sulla crisi. Come ha detto, durante le deliberazioni Polonia e Ungheria si sono espresse contro, ma giovedì non si è svolta alcuna votazione. Ha sottolineato:

la conclusione dell’accordo è estremamente importante per la Germania,

perché un nuovo sistema europeo comune di asilo rappresenta un grande passo verso una chiara limitazione della migrazione illegale.

"In futuro tutti dovranno essere controllati e registrati alle frontiere esterne dell'Ue. Coloro che hanno poche possibilità di ottenere asilo nell’UE devono essere respinti direttamente alle frontiere esterne attraverso un processo legale. La Germania vuole un meccanismo procedurale ordinato che rispetti l’asilo e gli altri diritti umani. Questo sistema deve funzionare anche in tempi di crisi per evitare l’illegalità e il caos alle frontiere esterne. A questo serve il decreto crisi", ha sottolineato.

Ha aggiunto che

le norme prescritte nel regolamento anticrisi possono essere decise a maggioranza qualificata degli Stati membri.

"L'Ungheria e la Polonia hanno dichiarato di non sostenerla, oltre a loro nessun altro Stato ha espresso un parere negativo. A questo proposito, presupponiamo che questo accordo politico sia valido", ha affermato.

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