Mercoledì Bruxelles ha imposto un altro passo legislativo a favore dell'immigrazione: il comitato dei rappresentanti permanenti dell'UE ha discusso il testo finale dell'ultimo elemento del patto sull'immigrazione, il cosiddetto decreto sulla crisi, ha scritto Bence Rétvári nel suo post su Facebook.
Il sottosegretario di Stato parlamentare del Ministero dell'Interno ha commentato la notizia che gli ambasciatori degli Stati membri dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo sull'ultimo elemento della nuova politica comune europea in materia di asilo e migrazione, il loro mandato negoziale per il decreto sulle situazioni di crisi, che comprende anche la definizione dell’uso della migrazione come strumento.
La nuova legislazione crea il quadro in base al quale gli Stati membri in una crisi migratoria possono richiedere contributi di solidarietà ad altri paesi dell’UE, che include la possibilità di reinsediare i migranti in altri Stati membri.
Bence Rétvári nel suo post ha sottolineato: la bozza del testo è stata distribuita ai partecipanti cinque minuti prima del voto, e il dibattito su una questione che potrebbe decidere il destino dell'Europa e trasformare gli Stati membri in una nazione di immigrati è durato solo tredici minuti.
"L'Ungheria e la Polonia hanno votato no al progetto di regolamento, la Slovacchia, la Repubblica Ceca e l'Austria si sono astenute, ma il nostro voto a Bruxelles non ha contato, porteranno avanti questo pericoloso progetto di regolamento con una decisione a maggioranza qualificata", ha scritto Rétvári, sottolineando:
Bruxelles vuole il potere assoluto su quando, dove e quanti migranti reinsediare.
Oltre alle quote obbligatorie di migranti, questa proposta distribuirebbe gli immigrati clandestini tra i paesi dell'UE secondo nuove quote, se improvvisamente comparissero in gran numero in uno Stato membro, ha spiegato il segretario di Stato, che ha anche sottolineato:
Bruxelles abusa del suo potere quando approva le sue proposte pro-immigrazione con la forza, aggirando il processo decisionale basato sul consenso obbligatorio di principio.
Nel 2015 è stata presa la decisione a favore di una politica migratoria errata, milioni di migranti sono stati ammessi senza controllo e molti paesi ora ne stanno subendo le conseguenze. Ora, invece di cambiare posizione, l’UE continua a spingere per il reinsediamento obbligatorio dei migranti - ha ricordato Rétvári, che, secondo
questo regolamento non ferma la migrazione, ma piuttosto libera i migranti illegali negli Stati membri.
Il governo ungherese - facendo valere la volontà del popolo ungherese - rifiuta costantemente la distribuzione obbligatoria dei migranti e la creazione di ghetti di migranti - ha sottolineato Bence Rétvári sulla sua pagina social.