Il sentimento di invidia avvelena l'anima e distrugge le relazioni. Ecco perché è importante sviluppare abitudini che possano superare questa sensazione.

L'invidia distrugge perché non sopporta che qualcun altro abbia qualcosa che noi non abbiamo. Una persona invidiosa soffre costantemente perché augura all'altra persona il male anziché il bene. Una persona del genere è solitamente triste e scontrosa, dice cose cattive sugli altri, disprezza le altre persone, soffre di megalomania e competizione costante.

Questa è l'opinione di padre Emiliano Antenucci, che ha scritto un libro sul perché è importante dire cose buone dei nostri simili. Papa Francesco ha regalato quest'anno questo libro ai suoi colleghi e dipendenti della Santa Sede. Padre Antenucci ha recentemente pubblicato un nuovo libro insieme a Padre Aldo Buonaiuto sull'argomento correlato a quanto sopra. Titolo: "L'invidia: il veleno mortale - Perché lui, perché non io?" (Il libro è attualmente disponibile solo in italiano.)

Secondo gli autori l'invidia è il “veleno dell'anima”, che si accompagna allo sminuire i propri valori. Le persone invidiose desiderano ciò che appartiene agli altri perché non apprezzano la propria dignità e i propri valori. Guarda l'altra persona in modo negativo e la ragione di ciò è la sua insicurezza, la mancanza di autostima e la conseguente mancanza di obiettività. Gli impediscono di vedere la realtà così com'è. Dopotutto, persone diverse hanno talenti diversi. Non dobbiamo quindi augurarci che l’altro perda ciò che è suo, ma dobbiamo fare di tutto per sviluppare e mettere a frutto i valori insiti in noi.

La Bibbia rivela che l'invidia è la causa di molti peccati: ad esempio, quando Caino uccide Abele, o la storia dell'aggressione del re Saul contro Davide. L’invidia può dividere famiglie e nazioni e metterle l’una contro l’altra, e può persino portare a guerre.

Il coautore del volume, padre Buonaiuto (che è anche antropologo ed esorcista), ritiene che l'invidia sia il peggiore dei peccati maggiori, poiché ha gravi conseguenze sia a livello individuale che sociale.

Il primo passo per superare l’invidia è riconoscerla. Per questo abbiamo bisogno di umiltà e obiettività. Questo non è facile, ma alla fine porta alla pace della mente e a maggiore felicità.

In sintesi:

"L'invidia non è altro che tristezza per la felicità degli altri. Può essere superato con la gratitudine per la nostra vita, così come con l’apprezzamento e la gioia per i valori e i successi degli altri”.

dice padre Emiliano Antenucci.

Ecco 5 cinque passaggi o metodi per superare l'invidia nei nostri cuori e nelle nostre vite.

  1. Preghiamo

Se vogliamo purificare i nostri occhi e il nostro cuore dal veleno dell'invidia, la cosa migliore è pregare. Padre Antenucci raccomanda la seguente preghiera:

Ti prego adesso, Gesù

Per favore aiutami a liberarmi del disgustoso veleno dell'invidia,

che Satana ha portato nel mondo.

Signore, ti prego, aiutami nella mia fragilità e debolezza.

Mi arrendo tutto a te, Signore: mi arrendo i momenti in cui ho provato sentimenti di invidia, sia verso i miei amici, familiari o altri.

Ti prego, Spirito Santo, riempi il mio cuore e la mia vita e liberami completamente dal sentimento di invidia!

Vieni, Spirito Santo di Dio, dammi un cuore puro e semplice che sia soddisfatto di tutto ciò che sono e di tutto ciò che ho.

Vieni, Spirito Santo, apri i miei occhi per vedere tutte le ricchezze che sono mie!

Vieni, Spirito Santo di Dio, proteggimi con la tua potenza, proteggimi dagli invidiosi che vogliono fare del male a me e alla mia famiglia.

Respingo ogni invidia nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

  1. Rendiamo grazie

P. Emiliano ci consiglia di pregare e ringraziare per tutti i tanti doni che abbiamo ricevuto nella nostra vita. Secondo lui però bisogna imparare a ringraziare per i doni che gli altri hanno ricevuto! La preghiera di ringraziamento è un mezzo per liberarci dall'autocompiacimento, ci aiuta a non concentrarci solo su noi stessi. Allo stesso tempo, la gratitudine esprime anche che non possiamo contare solo su noi stessi, che le cose non dipendono solo da noi.

  1. Rispettiamo l'altra persona

Il rispetto è il sentimento e l'atteggiamento di stima verso un'altra persona. Rispettiamo una persona che riteniamo degna di stima e rispetto. Le persone sagge e sante ci fanno sentire speciali e importanti non perché vogliono qualcosa da noi, ma perché riflettono l'amore incondizionato di Dio per i suoi figli. Dovremmo trattare tutti allo stesso modo.

  1. Apprezziamo l'altra persona

Apprezzare qualcuno o qualcosa significa notare e riconoscere i meriti di una persona, cosa o azione. Quando riconosciamo un'altra persona, la guardiamo con lo stesso ottimismo con cui guarda noi il nostro Padre Celeste.

  1. Agiamo

Decidiamo di gioire dei talenti e dei successi degli altri, di condividere la loro gioia come se fosse la nostra. Padre Antenucci dice: quando preghiamo, dobbiamo unire le mani, ma non abbiate paura di sporcarle quando facciamo la carità.

In sintesi:

Con l'aiuto dello Spirito Santo possiamo imparare a ringraziare per tutti i beni e i valori che Dio ha donato a noi e ai nostri simili.

Il sentimento di invidia svanisce quando ci rendiamo conto che tutti condividiamo la dignità di figli di Dio. La gelosia scomparirà se rispettiamo e apprezziamo l'altro, perché tutti abbiamo punti di forza e di debolezza individuali. Questo atteggiamento porta davvero frutto: costruisce l’unità tra le persone, allontana l’invidia, si incarna nella preghiera comune e nelle opere di carità.

Tradotto da: Anna Kántorné Polonyi
Fonte: aleteia.org / zarandok.ma

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