L'opposizione e il suo tribunale sono costituiti da gruppi d'élite poco informati e dalla mentalità ristretta, scrive su Index il consulente politico Tamás Péter.
"Dopo le elezioni del 2022, ma anche dopo quelle del 2018, si sono svolti innumerevoli dibattiti pubblici e politici sulla questione se il fallimento dell'opposizione possa essere attribuito al fatto che il campo è fortemente a favore degli Orbán, o se l'opposizione sia fondamentalmente incompetente .
Ancor peggio della mancanza di talento, tuttavia, è la pigrizia, la fiducia in se stessi e l’arroganza che caratterizza l’opposizione e la sua corte lunare intellettuale. Nel 13° anno del NER, politici dell’opposizione, personalità dei media, analisti e ingegni con zero risultati politici continuano a svolgere il loro ruolo come se vedessero la luce alla fine del tunnel e fossero potenziali candidati al potere politico.
Questa arroganza dell’opposizione è strana, poiché l’opposizione e il suo circolo ristretto sono costituiti per lo più da gruppi d’élite poco informati e dalla mentalità ristretta che, negli ultimi anni, non hanno nemmeno pensato di istruirsi in termini di conoscenza politica o tecniche di potere.
Nel frattempo, think tank, consulenti politici e persone di background legate a Fidesz hanno seguito continuamente le tendenze politiche internazionali negli ultimi dieci anni, Századvég, MCC e altri laboratori politici hanno importato in modo permanente conoscenze politiche dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali nel mondo. sotto forma di libri, pubblicazioni ed eventi.
Nel pensiero politico dell’opposizione, la politica funziona ancora in base alle regole e ai meccanismi della democrazia liberale, non capiscono che l’essenza della NER è una politica di potere senza moralità. Il sistema si basa sul lavoro di ideologi e teorici come Carl Schmitt, Tilo Schabert, Max Weber, Antonio Gramsci o Niccolò Machiavelli. Se si vuole avere successo politico in questo mondo, si dovrebbe, tra le altre cose, studiare e mettere in pratica le opere di questi autori, piuttosto che lamentarsi di una sorta di traiettoria discendente o dell’esercizio del potere autoritario (...).
Viktor Orbán e la sua élite al governo non temono affatto l’opposizione ungherese, ma temono l’emergere di una situazione politica mondiale, a seguito della quale una delle grandi potenze interverrà più seriamente nella politica interna ungherese.
Anche se per il momento non da parte di una superpotenza lontana, possiamo già assistere ad un intervento esterno, poiché Bruxelles sta trattenendo le risorse del fondo di ripresa e dei fondi di coesione allo scopo di esercitare pressioni."
Immagine di presentazione: MTI/Zsolt Szigetváry