Mercoledì la Chiesa cattolica ha definito una provocazione il fatto che i manifesti di una ONG raffigurano San Luca di Siracusa come un rifugiato, ha riferito l'agenzia di stampa italiana ANSA. I credenti considerano i manifesti sacrileghi, ha informato il vescovo locale.

Prima della festa di San Luca, il 13 dicembre, per le strade di Siracusa sono comparsi dei manifesti in cui al posto della consueta raffigurazione, il volto del santo è stato sostituito con i lineamenti di una donna nigeriana, bengalese, araba ed europea. Gli abiti di San Luca sono sostituiti anche da abiti africani, asiatici e arabi.

Dietro l'iniziativa c'è l'organizzazione MetaBorgata, sostenuta dalla Provincia della Sicilia per raggiungere i quartieri svantaggiati. Secondo Viviana Cannizzo, portavoce dell'organizzazione, i manifesti sottolineano la realtà multietnica della popolazione locale e mirano a promuovere l'inclusione. Volevano suggerire che non solo i santi, ma anche le persone sono capaci di miracoli essendo aperte agli altri, ha spiegato.

"La modificazione dei tratti tradizionali del santo noto a tutti offende i sentimenti religiosi di molti. I credenti rimasero scioccati dal fatto che tutto ciò accadesse mentre si avvicinava la festa del loro santo patrono"

- ha risposto la Chiesa in un comunicato.

L'IV. All'inizio del secolo San Luca nacque a Siracusa e fu martirizzato durante la persecuzione dei cristiani da parte dell'Impero Romano. La sua vacanza è considerata un addio alla città; I siracusani e i siracusani di ritorno da tutto il mondo prendono parte ad una processione nella quale la statua d'argento del santo, a grandezza naturale, viene portata a spalla dalla cattedrale alla cappella dove sono conservate le sue reliquie.

 

Fonte: MTI

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