Il principale peccato autodistruttivo dell'America è negare le proprie radici, mentre l'Europa cammina sotto il tappeto. Scritto da Zsolt Jeszenszky.
"Negli anni '70 e '80 lo ammiravamo, oltretutto, da lontano, perché irraggiungibile. Negli anni Novanta e Duemila la globalizzazione e lo sviluppo tecnologico ce lo hanno avvicinato; sono arrivate tante persone, ma almeno il suo spirito, i suoi effetti, i suoi prodotti sono arrivati fino a noi. E ti è piaciuto.
Oggi però lo guardiamo con sempre meno entusiasmo, e in molti casi addirittura ci ripugna. Quello che è successo? Cosa sta succedendo?
Due settimane fa ho scritto della svolta avvenuta negli ultimi due o tre decenni; che mentre durante la Guerra Fredda, nell’Est del mondo, despoti alimentati da ideologie dogmatiche, gli atei, convinti della propria superiorità, si opponevano ai leader devoti, cristiani, ma pragmatici del mondo occidentale, fino ad oggi la situazione si è del tutto invertita . In Oriente, al posto della sfera di interessi ex sovietica, troviamo leader più pragmatici che non si occupano di ideologie, ma almeno non vogliono imporle agli altri.
L’Occidente, d’altro canto, è stato inondato da varie ideologie (precedentemente tipiche dell’Oriente, ora modernizzate) e forme occidentali di neomarxismo (genere, teoria critica della razza, wake-ismo, ecc.), e nello spirito Di conseguenza, l'élite al potere vuole ottenere il controllo completo sulla vita quotidiana delle persone e sul modo di pensare di cui sopra.
Questa élite al potere non comprende solo i politici, ma conta anche molti altri membri in grado di influenzare la vita culturale e il pensiero pubblico: università, studi cinematografici, leader di giganti industriali, tecnologici e commerciali, investitori con enormi fortune, celebrità seguite da milioni, eccetera. Tutti infettati dal virus del risveglio, credono tutti di appartenere a una sottospecie superiore dell'umanità e, come tali, hanno il potere di cambiare le società e l'umanità stessa. La stragrande maggioranza di questa élite è americana. Ma è importante vedere che non tutti lo sono. In realtà
l’élite globalista non è realmente legata a un paese, cultura, nazione o tradizione. Oltre alle sue convinzioni ideologiche, ha l'atteggiamento del tecnocrate; è interessato solo al progresso intellettuale e tecnico, non ha alcun rapporto emotivo con il mondo, non ha particolarmente a cuore le proprie radici.
La frase gli si addice perfettamente: non conosce né Dio né il paese."
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Immagine di presentazione: Mandiner/Árpád Földházi