Sebbene dall’inizio della crisi migratoria l’Ungheria abbia speso più di 1,6 miliardi di euro per la protezione delle frontiere, il contributo dell’UE a questi costi supera appena l’1%.
Mihály Varga ha inviato un duro messaggio alla Commissione europea, chiedendo all'Unione europea di rimborsare i costi sostenuti per la protezione delle frontiere dell'Ungheria, perché proteggiamo non solo il nostro Paese, ma l'intero continente.
La protezione dei confini comuni dell'Unione europea si basa su un consenso che risale a molti decenni fa - ha affermato il capo del Ministero in una lettera aperta pubblicata sulla sua pagina social. L'essenza dell'idea legislativa originaria era che gli Stati membri situati alle frontiere esterne della comunità provvedessero alla protezione delle frontiere dal finanziamento comune.
Ma ora la crisi migratoria ha portato ad una situazione in cui l’intento legislativo originario non è stato pienamente realizzato, ha sottolineato Mihály Varga.
Dal 2015, l’Ungheria ha sventato un milione di attraversamenti illegali della frontiera nella parte meridionale del paese, quella Schengen. La pressione migratoria è in aumento, solo quest’anno le guardie di frontiera ungheresi sono già intervenute contro centomila migranti illegali.
Tutto ciò grava sempre di più sul bilancio nazionale: mentre dallo scoppio della crisi migratoria abbiamo speso più di 1,6 miliardi di euro per la protezione delle frontiere, il contributo dell’UE a questi costi supera appena l’1%.
In risposta all’aumento dell’immigrazione, l’Ungheria si è adattata alla mutata situazione e ha fermato con successo l’immigrazione clandestina.
"L'Ungheria adempie ai suoi obblighi, quindi attualmente protegge l'intera Unione europea dall'immigrazione clandestina. Considereremmo giusto ed equo se la Commissione europea riconoscesse questo sforzo e partecipasse adeguatamente al finanziamento dei maggiori costi delle attività di protezione delle frontiere Schengen in Ungheria", ha affermato il ministro.
L'Ungheria ha difeso i confini dell'Europa innumerevoli volte nel corso della storia.
"E oggi, come membri di un'associazione, l'Unione Europea, facciamo lo stesso. Nelle grandi città d’Europa, ora possiamo affrontare quotidianamente sfide alla sicurezza pubblica legate alla migrazione. Lungo i confini ungheresi, l’uso di armi da taglio da parte dei migranti è diventato una routine quotidiana", ha aggiunto il ministro delle Finanze.
La protezione delle frontiere diventa quindi sempre più importante, ora anche dal punto di vista degli abitanti delle grandi città dell'UE.
"Riteniamo che sia prevedibile che, in uno spirito di carico comune degli oneri, a causa dei cambiamenti di compiti, anche i fondi verranno corretti. Lo scopo della mia lettera è attirare l'attenzione del Commissario su questa mancanza. Per questo motivo, e al fine di soddisfare i requisiti di cui ai punti 23 d) ed e) della conclusione del Consiglio europeo del 9 febbraio 2023, vi chiedo di adottare le misure necessarie per eliminare le sproporzionalità di finanziamento presentate." si legge nella lettera.
Immagine di copertina: la barriera di sicurezza sul confine serbo-ungherese vicino a Röszke il 6 giugno 2023.
Fonte: MTI/Tibor Rosta