Tempi pericolosi, un anno fatidico. Questo è stato il tema dell'ultima serata dell'Accademia Civile, il cui ospite questa volta è stato il Maggiore Generale in pensione József Horváth, consigliere per la politica di sicurezza del Centro per i Diritti Fondamentali.

Nella conversazione l'esperto ha illustrato la collaborazione dei servizi segreti e la lotta tra loro, ha parlato delle radici della guerra russo-ucraina che risalgono a un lontano passato, ma anche dei retroscena dello scontro tra Hamas e Israele.

Ha analizzato le possibilità del rapporto tra gli Stati Uniti e l’Ungheria, sottolineando che il rapporto amichevole tra il primo ministro ungherese e Donald Trump dimostra che non osiamo essere piccoli, ma grandi. Ha accennato al rapido deterioramento della situazione della sicurezza interna americana, ma anche al declino simile dei paesi europei. Alla luce di ciò, le azioni dell’Ungheria, ovvero la protezione delle frontiere, ovvero l’azione contro l’immigrazione clandestina, la pace e la repressione della follia LGBTQ possono servire da esempio anche per altri Stati.

József Horváth ritiene che la dichiarazione del presidente Macron di voler espandere la guerra non sia reale, perché l'Europa non sarebbe in grado di agire efficacemente contro la Russia. Allo stesso tempo, anche la minaccia russa non è reale, perché anche Putin è consapevole che il suo Paese non è abbastanza forte per una guerra contro la NATO. Non si può ignorare che i giovani in Europa, contagiati dall’ideologia LGBTQ, non vogliono combattere. Come disse lui: quando scoppiò la guerra russo-ucraina, il 10% dei soldati a contratto dell’esercito tedesco furono smobilitati perché erano disposti a prestare servizio solo in tempo di pace.

Potete seguire l'intera serata dell'Accademia Civile qui:

https://www.youtube.com/watch?v=0A2-47e8UsU

Foto: Levente Görgényi / Civilek.info