La morale cristiana disprezzava a tal punto i trasgressori che Dante inflisse loro la massima punizione nel suo inferno immaginario, gettandoli nell'abisso più basso dell'inferno. Qui vengono puniti i fratricidi, i traditori, coloro che abbandonano i propri ospiti e, per lo meno, coloro che hanno tradito i propri benefattori. Scritto da Irén Rab.

Quando i ragazzi elessero nuovamente Boka presidente, Geréb si offese. E' vero che hanno votato per lui due della squadra (lo sappiamo, quelli del gitt-team), ma gli altri sono rimasti con il vecchio leader, che aveva già dato prova di sé. Allora Geréb andò nell'orto delle erbe, cercò il nemico in camicia rossa e offrì loro i suoi servigi. Stavano solo cercando un posto per loro stessi, quindi il tradimento di Géreb è tornato utile.

Quando cadde e perfino il nemico lo disprezzò per la sua mancanza di spina dorsale, pianse e pregò di essere riportato nella squadra di Pál Street. Ha coinvolto nel caso anche il suo severo padre, anche lì ha mentito qualcosa, perché pensava che l'autorità di un adulto lo avrebbe protetto.

Ogni ungherese conosce la storia del tenente Hegedűs.
Il luogotenente del popolo di Kassia credeva che il castello di Eger non potesse resistere all'esercito turco. Timisoara, Lippa e Szolnok erano già caduti quell'anno, ed Eger – come disse anche Ahmed Pasha – è solo un luogo selvaggio abitato da pecore codarde e miscredenti. Che possibilità hanno solo duemila difensori contro i quarantamila esercito turco? È vero che combatterono con determinazione non solo per la loro vita, ma anche per il loro paese, ma su un esercito di soccorso, i mercenari imperiali, non si poteva mai contare. Il tenente Hegedűs, nonostante avesse giurato di proteggere il castello, pensò comunque che fosse meglio salvarsi la pelle e condurre i turchi attraverso il tunnel segreto fino al castello. Ha tradito il castello, i suoi compagni e il suo paese.

Quando è stato smascherato, ha implorato per la sua vita. Negò tutto, che voleva solo fare del bene, acquisire gloria personale irretindo e massacrando da solo migliaia di turchi.

Geréb e Hegedűs sono il prodotto della fantasia dello scrittore, ma Bruto era un personaggio storico reale che pugnalò il padre adottivo. Non lo ricorderemmo se lo shock di Giulio Cesare: "Anche tu, figlio mio, Bruto?" non diventa un verbo ospite. Bruto, insieme a un gruppo di senatori, decise di assassinare Casear. I congiurati si definivano liberatores, che volevano liberare Roma e la repubblica dal suo capo, che consideravano un tiranno. A loro non dava fastidio il fatto che il popolo amasse l'imperatore, lo considerasse un benefattore, e Roma gli doveva molto, perché era un grande politico e un eccellente generale, e conquistò sia la Gallia che la Britannia.

Sebbene i "liberatori" chiamassero l'omicidio un giustificato omicidio tirannico, agli occhi del popolo e dell'esercito erano considerati un normale parricidio.

Quando si parla di tradimento, non possiamo tralasciare il più grande traditore del mondo cristiano, Giuda Iscariota.

Giuda, uno dei dodici discepoli di Gesù, che gestiva il cambiavalute e le casse comuni dei discepoli, tradì il suo maestro, lo consegnò nelle mani dei soldati e lo condusse così alla morte di croce. La sua ricompensa fu di trenta denari d'argento, come da allora viene chiamata la ricompensa per i traditori: i soldi di Giuda.

La morale cristiana disprezzava a tal punto i trasgressori che Dante inflisse loro la massima punizione nel suo inferno immaginario, gettandoli nell'abisso più basso dell'inferno. Qui vengono puniti i fratricidi, i traditori, coloro che abbandonano i loro ospiti e, per lo meno, coloro che hanno tradito i loro benefattori: Giuda, Bruto e il suo compagno di tradimento, Cassio.

Il tenente Geréb e Hegedűs erano personaggi letterari fittizi, attraverso i quali gli scrittori mostravano come funziona il tradimento, perché avviene, che tipo di persona è il traditore, quali erano le forze motrici. In generale, l'offesa, l'invidia, la gelosia, l'odio o la debolezza, la codardia e l'avidità portano al tradimento, che - come abbiamo visto nel caso di Bruto - può essere ben ideologizzato e accettato per un po' come la vittoria della verità. Per un po', perché

prima o poi, ma sempre, la verità viene alla luce e l’autore del reato riceve una punizione degna della sua comunità e del sistema giudiziario.

I ragazzi notarono Dezső Geréb nell'oscurità del giardino delle erbe, e lo videro anche Nemecsek quando pagò Janó. Gereb, come la maggior parte dei traditori, alla fine si pentì delle sue azioni e implorò perdono. I bambini di via Pál, sebbene retrocessi a gente comune, accettarono di nuovo il loro amico. Il capitano del castello Dobó non perdonò Hegedűs e invece dell'oro promesso dai turchi, la sua ricompensa fu bitófa. Quando Giuda si rese conto della gravità di ciò che aveva fatto, gettò via i trenta denari e si suicidò. Anche Bruto non ci mise molto. Quando si rese conto che dietro il falso slogan di liberazione c'era un tradimento e che Cesare aveva trasformato la prosperità di Roma in una guerra civile, si dedicò all'omicidio e, quando perse la battaglia contro i seguaci di Cesare, pose fine alla sua vita con le sue stesse mani.

Generalizzando gli esempi precedenti, chiunque tradisce, si arrende, diffama la propria comunità più piccola o più grande, gli amici e i vicini, la famiglia o la squadra, sarà ostracizzato dalla comunità data.

È stato così in passato e sarà sempre così, perché la ricompensa del traditore non può che essere il disprezzo.

Giornale ungherese

Immagine di copertina: Giuda Iscariota, il più grande traditore del mondo cristiano
Fonte: tuttad.com