Domenica, a mezzogiorno, dalla loggia centrale della Basilica, il Santo Padre ha pronunciato il Messaggio pasquale Urbi et Orbi, nel quale ha affrontato i conflitti attuali del mondo nello spirito della redenzione di Cristo e della speranza che da essa deriva.

In Vaticano, sulla loggia centrale della Basilica di San Pietro, il Santo Padre ha pontificato il messaggio pasquale Urbi et Orbi e la sua benedizione al mondo:

«Oggi risuona in tutto il mondo la notizia partita da Gerusalemme duemila anni fa: «Gesù di Nazaret, il crocifisso, è risorto» (cfr Mc 16,6). La Chiesa rivive lo shock delle donne che si recarono al sepolcro all'alba del primo giorno della settimana. La tomba di Gesù era chiusa da una grossa pietra; ancora oggi la speranza dell’umanità è bloccata da masse pesanti, troppo pesanti: la massa delle guerre, la massa delle crisi umanitarie, la massa delle violazioni dei diritti umani, la massa del traffico di esseri umani e tante altre ancora. Noi, come le discepole di Gesù, ci chiediamo reciprocamente: «Chi rotolerà via questa pietra?» (cfr Mc 16,3)», ha esordito Papa Francesco, poi ha proseguito il pensiero così:

“Ed ecco la scoperta del mattino di Pasqua: la pietra, questa grande pietra, era già stata rotolata via. Lo stupore delle donne è anche il nostro: la tomba di Gesù è aperta e vuota! Tutto inizia qui. Attraverso questa tomba vuota passa la via nuova, che non noi, ma Dio ha potuto aprire: la via della vita in mezzo alla morte, la via della pace in mezzo alla guerra, la via della riconciliazione in mezzo all'odio, la via della riconciliazione in mezzo all'odio, il cammino della fraternità in mezzo alle ostilità”.

"Fratelli miei, Gesù Cristo è risorto, e solo Lui può rimuovere le pietre che bloccano la strada della vita. Del resto, Lui stesso è Colui che vive, la Via: la Via della vita, della pace, della riconciliazione, della fraternità. Egli ci apre l'unica strada possibile togliendo il peccato del mondo e perdonando i nostri peccati. Questa pietra non può essere rimossa senza il perdono di Dio. Senza il perdono dei peccati non possiamo uscire dalle nostre chiusure, dai pregiudizi, dal sospetto reciproco, dalle credenze che sempre scagionano e accusano gli altri. Solo Cristo risorto apre la strada a un mondo rinnovato offrendoci il perdono dei peccati", ha sottolineato il Santo Padre.

"Lui è l'unico che apre le porte della vita, le porte che noi chiudiamo continuamente con le guerre che si diffondono nel mondo.

Oggi guardiamo soprattutto alla Città Santa di Gerusalemme. Questa città è testimone del mistero della sofferenza, morte e risurrezione di Gesù. Guardiamo anche a tutte le comunità cristiane di Terra Santa. Il mio pensiero va soprattutto alle vittime dei tanti conflitti in atto nel mondo, a cominciare da Israele e Palestina, oltre che all’Ucraina. Cristo risorto apra la via della pace alla martoriata popolazione di queste regioni. Invitando tutti a rispettare i principi del diritto internazionale, auguro uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti!" - ha detto Papa Francesco, che ha poi elencato a lungo le fonti della crisi nel mondo: Gaza, Siria, Libano, Ucraina, Armenia, Azerbaigian, Balcani occidentali, Haiti e Sudan.

"Inoltre, alzo nuovamente la voce per consentire la consegna di aiuti umanitari a Gaza, chiedendo nuovamente l'immediato rilascio degli ostaggi rapiti il ​​7 ottobre dello scorso anno e un immediato cessate il fuoco in tutta la zona. 

Non dobbiamo permettere che le ostilità in corso abbiano un grave impatto sulla popolazione civile, che ha già subito molte sofferenze, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini che sono riusciti a sorridere in quella terra di guerra. Ci chiediamo con gli occhi: perché? Perché così tante morti? Perché la distruzione? La guerra è sempre assurdità e sconfitta. Non lasciamo che i venti di guerra soffino sempre più forte sull'Europa e sul Mediterraneo! Non cediamo alla logica delle armi e del riarmo! La pace non si costruisce mai con le armi, perché è possibile solo se ci tendiamo la mano e apriamo i nostri cuori", ha sottolineato il Santo Padre.

Papa Francesco ha chiesto ai presenti di non dimenticare la Siria, che da tredici anni soffre le conseguenze di una guerra lunga e distruttiva. Tante morti, persone scomparse, grave povertà e distruzione attendono una risposta da tutti, compresa la comunità internazionale.

"Oggi mi rivolgo in particolare al Libano, che da tempo è attraversato da una chiusura istituzionale e da una profonda crisi economica e sociale, ulteriormente aggravata dalle ostilità al confine israeliano. Il Risorto conforti il ​​popolo libanese e sostenga l'intero Paese nel realizzare la sua vocazione: essere terra di incontro, di convivenza e di pluralismo!

Penso in particolare alla regione dei Balcani occidentali, dove si stanno compiendo passi seri per l’integrazione europea: le differenze etniche, culturali e religiose non devono diventare causa di divisione, ma devono essere fonte di ricchezza per l’intera Europa e per il mondo intero!" - ha sottolineato Papa Francesco, che ha incoraggiato il dialogo tra Armenia e Azerbaigian, affinché possano proseguire il dialogo con l'aiuto della comunità internazionale, fornire assistenza agli sfollati, rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose e raggiungere un accordo che porti la pace finale il prima possibile!

“Possa il Cristo risorto aprire la via della speranza a tutti coloro che soffrono la violenza, i conflitti, l’insicurezza alimentare o gli effetti dei cambiamenti climatici in altre parti del mondo. Dona conforto alle vittime di ogni tipo di terrorismo! Preghiamo per tutti coloro che hanno perso la vita e imploriamo il pentimento e la conversione di coloro che commettono tali atti.

Il Risorto aiuti il ​​popolo di Haiti a porre fine quanto prima alla violenza che affligge e insanguina il Paese. Possiate andare avanti sulla strada della democrazia e della fraternità!

Dona conforto ai Rohingya, che soffrono di una grave crisi umanitaria, e apri la strada alla riconciliazione in Myanmar, da anni afflitto da conflitti interni, affinché venga lasciata definitivamente alle spalle ogni forma di logica della violenza ", ha chiesto il Santo Padre,

che ha implorato anche Cristo risorto di aprire le vie della pace nel continente africano,

soprattutto di fronte al Sudan e all’intera regione del Sahel, al Corno d’Africa, all’area Kiyu nella Repubblica Democratica del Congo e alla longeva popolazione della provincia di Capo Delgado in Mozambico! "Porre fine alla siccità prolungata che colpisce intere regioni e porta carenze e fame!" - ha detto il Santo Padre.

"Il Risorto faccia risplendere la sua luce sui migranti e su tutti coloro che si trovano in difficoltà economiche, doni loro conforto e speranza nel momento del bisogno! Cristo guidi tutti gli uomini di buona volontà a unirsi nella solidarietà e ad affrontare insieme le tante sfide che opprimono le famiglie più povere in cerca di una vita migliore e della felicità”, si legge nel discorso.

Papa Francesco ha sottolineato: nella Domenica di Pasqua celebriamo la vita donataci dalla risurrezione del Figlio, e ricordiamo l'amore infinito di Dio per tutti noi: questo amore supera ogni limite e ogni debolezza. "Eppure spesso sottovalutiamo il dono prezioso della vita! Quanti sono i bambini che non riescono nemmeno a vedere la luce del giorno? Quanti muoiono di fame o mancano di cure di base, o diventano vittime di abusi e violenze? Quante vite sono diventate preda del traffico di esseri umani in continua espansione?"

Il Santo Padre ha sottolineato: nel giorno in cui Cristo ci ha liberati dalla prigionia della morte, esorta tutte le persone con responsabilità politica a non risparmiare i loro sforzi contro la piaga della tratta di esseri umani, lavorando instancabilmente per smascherare le reti di sfruttamento, portando la libertà a tutti vittime.

"Il Signore conforti le loro famiglie, soprattutto quelle che aspettano con ansia notizie sui loro cari! Dategli conforto e speranza! La luce della risurrezione illumini le nostre menti e converta i nostri cuori, rendendoci consapevoli del valore di ogni vita umana! Questa vita va accettata, protetta e amata! Buona Pasqua a tutti!" Papa Francesco ha concluso il messaggio pasquale Urbi et Orbi.

Notizie vaticane

Immagine di copertina: Il capo della Chiesa ha impartito la consueta benedizione a Roma e al mondo (Urbi et Orbi)
Fonte: Facebook/Vatican News