Di elezioni, migrazione e intelligenza artificiale si è parlato giovedì anche all'evento CÖF a Szeged, il cui ospite era l'esperto di politica di sicurezza József Horváth. Ha detto riguardo alle elezioni europee che con esse possiamo combattere una guerra di libertà.
Giovedì, il Forum di Solidarietà Civile ha tenuto la parte successiva della sua accademia civile sotto il titolo Dangerous Times. L'esperto di politica di sicurezza József Horváth, generale in pensione, ha parlato all'evento presso il Centro visitatori Dóm se la situazione potrebbe peggiorare dopo lo stressante anno scorso e cosa possiamo aspettarci dopo le elezioni estive in patria e all'estero. József Horváth ha rivelato nell'introduzione che lui e sua moglie sono sempre felici di venire a Szeged, dato che qui all'università hanno trascorso quattro anni felici.
Il primo argomento della presentazione sono state le elezioni, che nel prossimo periodo si svolgeranno non solo nel nostro Paese, ma anche in diversi paesi chiave. Come diceva lui, la Terra è diventata un grande villaggio, quindi si può sentire l'effetto farfalla, cioè anche eventi lontani da noi possono avere un impatto su di noi. Ha citato come esempio le elezioni presidenziali americane. "Non importa se una persona che non sa nemmeno se suo figlio è vivo e si perde nella Casa Bianca si avvicina al pulsante di lancio dei missili nucleari", ha detto. E ha definito le elezioni europee una lotta per la libertà, che ci basta combattere con un gemello e con esso possiamo anche decidere il destino dei nostri nipoti.
La domanda è quanto siamo disposti a difendere la libertà che ci siamo conquistati nel 1990. Se non mandiamo un messaggio chiaro che vogliamo preservare la nostra identità nazionale e religiosa, non potremo poi incolpare gli altri per questo.
ha attirato l'attenzione.
Si è parlato anche di migrazione: l'esperto di politica di sicurezza ha fornito diversi esempi delle conseguenze quando i paesi lasciano entrare nel loro territorio persone di cui non sapevano nulla. Per quanto riguarda l'adozione del progetto di legge sull'immigrazione, lui ha detto che non c'è da temere che l'Ungheria ne pagherà le spese di recente.
Durante la conversazione si è discusso dell'uso dell'intelligenza artificiale in guerra e nelle elezioni, nonché del fatto che in quest'ultimo caso la diffusione della disinformazione su Internet è uno strumento molto più semplice, contro il quale "l'Ungheria non ha un vaccino".
Fonte: www.delmagyar.hu
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