Insieme a molti altri, sono stato felice di sapere che sabato 1 giugno, una settimana prima delle elezioni, ci sarà nuovamente una Marcia per la Pace.

È importante che all’evento partecipi il maggior numero possibile di persone, comprese le generazioni più giovani.

Coinvolgiamoli nell'organizzazione, raccontiamo loro le loro idee e pensieri, perché un giorno dovranno raccogliere il testimone.

Vorrei segnalare una poesia all'attenzione di László Csizmadia:

Sándor Petőfi: Il miracolo di Dio

Finché la stella della storia
getta i suoi raggi sulle moltitudini:
L'occhio
vede ovunque nelle nostre mani un assassino che mira al nostro cuore,
E quante volte questa mano suicida si è posata su di noi!...
È un miracolo di Dio che il nostro Paese è ancora in piedi.
Così portiamo le ferite di molti centurioni,
i nostri seni non potrebbero mai guarire;
Doveva sempre bere veleno,
Colui che versava balsamo sulle nostre ferite.
Veniamo da uno spirito maligno!
È un miracolo di Dio che il nostro Paese sia ancora in piedi. E mentre ci sbattiamo a vicenda per scopi sporchi,
Come i miserabili uccelli sulla spazzatura,
abbiamo solo notato che in questo periodo
qui si riproducono i leoni;
Sono venuti i tartari, i turchi sono venuti da noi.
È un miracolo di Dio che il nostro Paese sia ancora in piedi. Sajó scorre lì... gira in una tale curva,
Come un uomo che muore in preda alle convulsioni;
Lì siamo morti, lì era il nostro sangue,
l'usignolo gigante, il magnate,
e i nostri cadaveri furono divorati dalla fiamma!
È un miracolo di Dio che il nostro Paese sia ancora in piedi. E c'è Mohács... ha pressato il re lì
La sua armatura e il suo cavallo furono gettati nel fango,
dalla spada del re caduto fu preparata per noi
la terribile spada
dalla quale anche adesso le nostre bocche bruciano e sanguinano!...
È un miracolo di Dio che il nostro paese è ancora in piedi. Che ne sarà di noi?...questo mi chiedo,
Ma quante poche persone ci pensano.
Oh mia nazione, popolo ungherese!
vita al destino?
Non confidiamo solo in Dio come nostra fiducia;
Lasciamo che il nostro Paese sia al di sopra della nostra umanità! Raccomando nel programma la poesia di Petőfi, perché è di grande attualità, ma aggiungerei che, purtroppo, oggi potremmo aggiungere qualche verso in più: Prima Guerra Mondiale, Trianon Peace Dictate, II. Prima Guerra Mondiale, 1956, periodo successivo al 1989-90 (Hornés e Gyurcsányés).

Saluti

Balázs Hámory

Immagine di copertina: Békemenet
Foto: Péter Mészáros