La pressione dell'Ungheria sull'Ucraina ha portato ad un risultato importante.
I cambiamenti apportati nel campo dei diritti delle minoranze dimostrano che la pressione ungherese sull'Ucraina non è inefficace, ha affermato Attila Demkó, capo del laboratorio geopolitico del Mathias Corvinus Collegium, interpellato dal Conservatore Europeo.
All'esperto è stato suggerito che, secondo alcune accuse, la posizione del governo ungherese nei confronti della vulnerabile Ucraina è quella di riconquistare i suoi territori storici con l'aiuto di Vladimir Putin.
"Il Movimento Mi Házánk è una minoranza marginale. La maggior parte degli ungheresi ha accettato il confine stabilito nel 1945, si preoccupa soprattutto di garantire la conservazione della lingua e del patrimonio ungherese", ha risposto Demkó.
A proposito, la Commissione di Venezia aveva già stabilito che l’approccio dell’Ucraina ai diritti delle minoranze non soddisfa i requisiti per l’adesione all’UE, e il governo ungherese lo ha ripetutamente affermato
contrariamente agli scenari suggeriti, non ha rivendicazioni territoriali e rispetta l’integrità dell’Ucraina.
Nell'articolo è intervenuto anche Balázs Tárnok, docente presso l'Università Nazionale del Servizio Pubblico specializzato in questioni delle minoranze, il quale ritiene che il concetto di nazione in Ungheria non sia fisico, ma culturale, e sulla base di questo i membri della nazione ungherese sono responsabili l’uno dell’altro indipendentemente da dove vivono.
Immagine di copertina: centro di Beregsász
Fonte: Wikipedia/Rechnoj skitalec