Macron potrebbe perdere più della metà dei suoi attuali rappresentanti nell’Assemblea nazionale.

Le elezioni anticipate, il cui primo turno si svolgerà il 30 giugno, non saranno significative solo per la Francia. Il Paese è membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU e dispone anche di armi nucleari, quindi l'esito del voto non è indifferente nemmeno per l'Unione europea e la NATO, sottolinea il portale di notizie Politico di Bruxelles.

A causa delle peculiarità del sistema elettorale francese, non è facile prevedere la possibile distribuzione dei mandati.

Il sistema non è proporzionale, i rappresentanti vengono eletti all'Assemblea nazionale da 577 singoli distretti. Se in una circoscrizione nessuno ottiene almeno il 50% dei voti al primo turno, oltre ai due più votati, passano al secondo turno tutti i candidati che ottengono voti pari al 12,5% del numero degli elettori iscritti. 7 luglio.

Maggiore è l'affluenza alle urne, maggiore è la possibilità che tre candidati si scontrino al secondo turno in diverse circoscrizioni.

Sebbene l’obiettivo del presidente francese Emmanuel Macron nel convocare le elezioni anticipate fosse quello di fermare l’avanzata della destra, sembra che stia accadendo il contrario. La coalizione di Macron potrebbe scendere dagli attuali 250 rappresentanti a meno di un centinaio di seggi, e c'è anche da chiedersi in quanti collegi elettorali i suoi candidati potranno accedere al secondo turno.

D’altro canto, il National Compact e i suoi alleati repubblicani possono inviare fino a 195-245 rappresentanti alla nuova Assemblea nazionale. Rispetto agli attuali 89 seggi, sarebbe una vittoria enorme. Tuttavia, le elezioni del Parlamento europeo hanno dimostrato che il partito ha vinto anche in città dove prima questo era impensabile.

Il National Compact avrebbe bisogno di 289 seggi per ottenere la maggioranza.

Se ciò potrà essere garantito, Macron non avrà altra scelta che nominare primo ministro il presidente del partito, Jordan Bardella, che sarebbe il capo di governo più giovane nella storia francese.

Oltre all'alleanza con i repubblicani, Marine Le Pen, leader del gruppo National Compact, ha avuto colloqui anche con il partito di destra della Riconquista, ma alla fine non è stato raggiunto alcun accordo.

Tuttavia non solo i partiti di destra hanno unito le forze, ma anche i quattro partiti di sinistra hanno annunciato la loro nuova alleanza, nell'ambito della quale lanceranno candidati congiunti in 546 distretti.

Gli esperti prevedono per loro 190-235 mandati, ma le differenze tra i partiti (e i loro leader) potrebbero far saltare la coalizione dopo le elezioni, proprio come è successo dopo il 2022.

nazione ungherese

Foto di copertina: Marine Le Pen, presidente del partito francese di destra Consolidamento Nazionale (RN)
Fonte: MTI/EPA/Stephanie Lecocq