Nella decisione di venerdì, la Corte costituzionale ha annullato la decisione della curia sull'elezione del sindaco, quindi la corsa tra Gergely Karácsony e Dávid Vitézy per la leadership di Budapest non è ancora finita. Nel caso, la Corte deve condurre una nuova procedura e prendere una nuova decisione.

Come è noto, nelle elezioni comunali del 9 giugno Gergely Karácsony è diventato nuovamente sindaco di Budapest, ma entrambi i principali contendenti ne hanno contestato il risultato. David Vitézy IV. e VII. nel distretto, e il vecchio-nuovo sindaco ha chiesto nuove elezioni, ma queste sono state respinte, e anche la scorsa settimana la Kúria ha confermato che non ci saranno nuove elezioni nella capitale. Dopo il riconteggio, Gergely Karácsony ha vinto con soli quarantuno voti, ma il suo sfidante non era ancora soddisfatto, quindi il 28 giugno ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale con un reclamo costituzionale contro l'ordinanza di Kúria.

Anche Karácsony ha risposto alle argomentazioni di Vitézy

Nella sua mozione di 17 pagine, Vitézy ha spiegato che la decisione della Corte viola l'articolo XXIII della Legge fondamentale. suffragio contenuto nel comma 1 dell'articolo XXVIII. 1 e 7 dell'articolo 28, ignorando gli aspetti giuridici fondamentali della causa dinanzi a lui sottoposta.

Secondo il firmatario, la cancellazione del nome del candidato eliminato è stata effettuata in modo talmente ingannevole da raggiungere un livello di limitazione dei diritti fondamentali sia per gli elettori che per i candidati.

Inoltre, continua la Corte - prosegue la tesi - non ha rispettato l'obbligo di motivazione, tra l'altro, quando ha ignorato il fatto che il ricorrente ha presentato la nuova richiesta in un'istanza di riesame perché i fatti e le prove rilevanti sono pervenuti solo emerso nel corso del riconteggio, inoltre, ha posto a carico del ricorrente un onere della prova sproporzionato.

In relazione al ricorso costituzionale, il 4 luglio Karácsony ha presentato alla Corte costituzionale anche la sua posizione costituzionale. In essa affermava: poiché il denunciante non ha sostanzialmente esaurito i mezzi di ricorso a sua disposizione, vi è motivo di respingere la denuncia. Secondo Karácsony la mozione dovrebbe essere respinta anche perché il firmatario non è IV. o VII. elettore distrettuale, ossia la presunta violazione non pregiudica il suo diritto di voto attivo. Inoltre, riteneva che il denunciante non avesse presentato nella sua mozione un argomento costituzionale sostanziale.

Interviene il presidente della Corte

Con una certa sorpresa, anche András Zs Varga, il presidente della Kúria, è intervenuto nel caso in corso il 4 luglio. L'ex giudice costituzionale ha detto nel programma InfoRádió Aréna:

Se la Corte Costituzionale accoglierà il reclamo costituzionale e annullerà la decisione della Corte, il caso ovviamente tornerà indietro, ma non ne sappiamo ancora nulla.

Il presidente della curia ha aggiunto, suggerendo molto:

"La decisione della Corte Costituzionale vincola la Curia, tuttavia in casi eccezionali può accadere, come è avvenuto, che la Curia prenda nuovamente la stessa decisione, ma ciò può avvenire soprattutto nei casi in cui la Corte Costituzionale ritiene qualche errore procedurale, ma il caso non annulla la decisione della Corte a causa della sua decisione nel merito."

La censura è risultata fondata

Venerdì si è poi riunito il primo consiglio di cinque membri della Corte costituzionale, presieduto da Attila Horváth, di cui fanno parte, oltre a Miklós Juhász e Marcel Szabó, il presidente del collegio Imre Juhász e la vicepresidente Réka Varga. Presidente.

Venerdì la Corte Costituzionale ha annullato l’ordinanza della Kúria che confermava la n. 391/2024 che fissava i risultati dell’elezione del sindaco. Decisione NVB n.

Secondo la motivazione della decisione, la Corte non ha sufficientemente motivato nella sua ordinanza il motivo per cui ha ritenuto infondata la richiesta di controllo giurisdizionale presentata contro la decisione della NVB, il che ha portato alla violazione del diritto ad un giusto procedimento giudiziario.

Secondo la Corte Costituzionale, la questione fondamentale della causa era se la Corte avesse interpretato correttamente il concetto di violazione. Nella sua conclusione ha affermato che, sulla base delle nuove prove ottenute durante il riconteggio dei voti non validi, non è possibile richiedere il riconteggio dei voti validi, poiché ciò costituisce un'accusa di una nuova violazione della legge.

Secondo la posizione della Corte costituzionale, la Curia ha violato l'articolo 28 della Legge fondamentale e ha qualificato come nuova violazione la richiesta del ricorrente di riconteggio dei voti validi. Secondo l'interpretazione secondo la Legge fondamentale, invece, il compito della Corte sarebbe quello di verificare, in relazione ad una presunta violazione, se sulla base delle nuove prove fosse necessario un nuovo conteggio dei voti validi. Secondo la decisione, il diritto ad un procedimento equo è violato se la validità o la nullità dei voti non vengono valutate sulla base degli stessi criteri durante la procedura elettorale.

Nel caso, la Corte deve condurre una nuova procedura e prendere una nuova decisione.

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Immagine in primo piano: Partigiano/Facebook