E chiaramente anche i continui guasti non ne disturbano il funzionamento.
Per la prima volta, la fabbrica di menzogne di Bruxelles ha attaccato la missione di pace dopo che i viaggi di Viktor Orbán a Kiev, Mosca, Pechino e in Florida hanno tenuto colloqui tra i ministri della Guerra americano e russo, i ministri degli Esteri svizzero e russo, i ministri degli Esteri americano e cinese, il primo ministro italiano e il ministro degli Esteri ucraino si sono recati a Pechino e il presidente dell’Ucraina ha chiamato il presidente Trump.
Bruxelles è stata smascherata anche nel caso del divieto di transito del petrolio ordinato dagli ucraini, che non riescono a nascondere il loro entusiasmo per la misura ucraina, a causa della quale due Stati membri dell'UE, compreso il nostro Paese, si trovano ad affrontare gravi rischi per l'approvvigionamento energetico.
Dopo i due fallimenti, i brussellesi hanno inventato un’altra menzogna, sostenendo che l’Ungheria permette l’ingresso di spie russe e bielorusse nell’Unione europea.
Abbiamo già spiegato chiaramente ai rappresentanti dei paesi baltici perché questa è una palese menzogna, ma sembra che i fatti non diano fastidio a loro, ma anche a Manfred Weber.
Il presidente del PPE è conosciuto in lungo e in largo per la sua grave ungarofobia, è profondamente offeso dagli ungheresi, non riesce a sopportare il fatto di non poter essere presidente della Commissione europea ed è chiaramente frustrato dal più forte di- prevista alleanza dei veri partiti di destra al Parlamento europeo.
Ovviamente Manfred Weber sa anche – essendo un grande esperto di questioni europee – che ogni Stato membro dell'UE conduce le proprie procedure relative al soggiorno, all'occupazione e alle questioni relative ai visti dei cittadini di paesi terzi.
In Ungheria, queste procedure sono rigorose, complete e danno assoluta priorità agli interessi della sicurezza nazionale. Aspettiamo con impazienza di vedere cosa inventeranno per la quarta volta i cittadini di Bruxelles, dei Paesi Baltici o l'ungherese Manfred Weber dopo aver fallito con la terza menzogna.
Immagine in primo piano: Péter Szijjártó/Facebook