Non si è sottratto alla domanda nemmeno il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che ha cercato una risposta anche alla questione di come trasformare gli immigrati in cittadini “veri e utili”. È stato addirittura suggerito di concedere la cittadinanza anche ai bambini rifugiati ucraini che hanno frequentato le scuole italiane negli ultimi due anni.

Se un disegno di legge concedesse la cittadinanza ai bambini immigrati che frequentano le scuole in Italia, potrebbero essere colpiti quasi cinquecentosessantamila studenti, ha calcolato il portale educativo Tuttoscuola, mentre Matteo Salvini, il presidente della Lega, ha ripetutamente detto no a questa possibilità.

Secondo i calcoli di Tuttoscuola, il sessanta per cento degli studenti immigrati che attualmente frequentano la scuola dell'obbligo potrebbero ricevere la cittadinanza. Parliamo di coloro che hanno studiato in una scuola italiana per almeno cinque anni, quindi hanno più di dieci anni.

Più dell'ottanta per cento di loro vive nelle regioni settentrionali del Paese, meno del quindici per cento nel sud.

    Se il Parlamento votasse sulla cittadinanza per i bambini immigrati che frequentano la scuola, più di 300.000 studenti potrebbero usufruire dell'opportunità nel primo anno di legge, e più di 260.000 in più nei prossimi quattro anni.

Ha preso ad esempio gli atleti italiani nati all’estero partecipanti ai Giochi Olimpici di Parigi, il Partito Democratico (PD), che da metà agosto si batte per la cittadinanza dei bambini e dei ragazzi immigrati che arrivano in Italia con le loro famiglie o che provengono da nato nel paese.

Il PD prevede di presentare un disegno di legge a settembre. Il partito si attiva affinché i figli di famiglie immigrate possano richiedere la cittadinanza.

È condizione che i ragazzi completino il quinto anno della scuola elementare o, se arrivati ​​in Italia dopo i 12 anni, il triennio della scuola superiore.

Nei giorni scorsi il partito di governo di destra Fratelli Italiani (FdI) ha più volte respinto con fermezza la proposta, affermando che la questione non è considerata prioritaria per il Paese e non rientra nel programma di governo. Matteo Salvini, leader della Lega di destra, giovedì ha dichiarato nuovamente sulla sua pagina social media che dice no alla cittadinanza per i bambini nati in Italia e che frequentano le scuole italiane. Sul suo sito di social media, Salvini ha pubblicato una registrazione di anni fa, in cui l'ex primo ministro Silvio Berlusconi, leader del partito Let's Go Italy (FI), affermava che alcuni immigrati "odiano i cristiani, la cultura occidentale, lo Stato italiano (.. ) pur sostenendo il terrorismo, quindi non può essere loro concessa la cittadinanza solo perché vanno a scuola".

Matteo Salvini ha inviato un messaggio al suo alleato, Antonio Tajani, attuale leader del centrodestra Hajrá Italia, che ha mostrato apertura alla cittadinanza (latino: ius scholae) per i bambini in età scolare giovedì all'incontro cattolico internazionale di Rimini.

In precedenza Tajani aveva detto che, tra le altre cose, si potrebbe concedere la cittadinanza ai bambini rifugiati ucraini che frequentano le scuole italiane da due anni.

    "Non è il colore della pelle che determina se sei italiano, ma se condividi i valori europei. Non importa se i tuoi genitori sono nati a Kiev, La Paz o Dakar"

ha affermato Tajani. Ha aggiunto che non ha intenzione di aprire la porta a nessuno.

Non si è sottratto alla domanda nemmeno il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, anche lui a Rimini per cercare una risposta alla domanda su come trasformare gli immigrati in cittadini "veri e utili".

Allo stesso tempo, nel Veneto nord-orientale, il Partito Democratico ha lanciato un'iniziativa a livello provinciale per concedere la cittadinanza ai bambini immigrati in età scolare. Su un totale di quasi cinque milioni di abitanti della regione sono circa centomila gli studenti stranieri, di cui il settanta per cento nati in Italia.

MTI

Immagine di copertina: MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI / Foto: Il Primato Nazionale