Sempre più spesso troviamo esempi di uso ambiguo della frase "arrivederci".

" A presto : dico, tuttavia, tuttavia. / Ci vediamo domani. / O se non domani, dopodomani. / Altrimenti allora, più tardi. / E se no, forse tra un anno. / E se non addirittura allora... beh, tra mille anni. / Ci vediamo nella polvere della terra, / Ci vediamo nel cielo. / Ci vediamo ancora nella corte della luna, / O su una delle stelle della Via Lattea – / »Buona riunione « ancora, ancora! Scrive Sándor Reményik.

Il titolo di uno dei romanzi brevi di Jenő Józsi Tersánszky è: " A presto , caro".

"Il tempo alza le spalle, / alza le spalle rassegnato, / non sta nemmeno davanti al / cancello spalancato del cimitero. // Neanche lui resta lì, si limita a guardare indietro: / cannone, che coraggio! / Non temere, la terra non sarà pesante, / arrivederci , alla risurrezione”. Sándor Kányádi Il tempo alza le spalle c. abbiamo citato la sua poesia. In queste citazioni la formulazione è perfetta: (a) ci vediamo ancora! addio, grazie, esprimendo la possibilità e la speranza di un ricongiungimento.

L'abbreviazione: arrivederci! - l'espressione confidenziale adatta al linguaggio colloquiale, ha una funzione stilistica nella narrativa, come nella poesia di Kányádi, può riferirsi, tra l'altro, all'"amicizia" dell'artista e del tempo, e al fatto che, nel suo stato profano , è adiacente ad un'espressione sacra, crea un vivido contrasto, una tensione mi porta alla mia corsa poetica. Non dovremmo avere problemi con la canzone " Addio , estate!" o anche la frase " addio primavera!" con grazie.

Ma sempre più spesso troviamo esempi di uso ambiguo della frase "arrivederci". Il discorso pubblico e i media hanno ripreso questa parola per esprimere la libertà da qualche disagio, cioè un ultimo addio:

"addio depressione!" ; "addio capelli grassi" ; "Addio problemi digestivi!" (Spesso senza virgola, cioè in modo errato, ad es.: "addio acne" ; "addio parassiti" .) In questi casi, il significato originario della parola (un addio con l'augurio di rivedersi) e il contenuto che si intende comunicare (la speranza di eliminare il problema) entrano in conflitto e come risultato di questa illogica espansione di significato nascono manifestazioni confuse e divertenti. Invece del desiderio della cessazione definitiva del problema indicato, la comunicazione fa riferimento esattamente al contrario.

Incuranti di ciò, i media continuano a gridare: "addio stanchezza primaverile!" ; " Addio, depressione autunnale! "; " addio, odore di ascelle !"; "addio allergia ai pollini!" ; "addio prurito e arrossamento!" ; "ciao gonfio!" ; "addio stitichezza!" ; "addio diarrea!" ; "arrivederci, asciugamano vecchio e lavatrice puzzolente" ; "arrivederci, bentornato!" ; "arrivederci, batteri" ; " addio puzza e odore di fogna !"

Ma quasi nessuno vuole incontrare di nuovo qualcuno di quelli elencati... Se possibile, preferibilmente nemmeno una volta.

Autore: Lajos Arany