La situazione è grave, ha detto ieri Orbán in una conferenza stampa congiunta con il presidente russo Viktor Putin, e sembrava proprio che Putin non volesse inghiottire la rana ucraina che gli veniva offerta e che si sentisse profondamente offeso dal comportamento dell'Occidente. Siamo stati ingannati, ha detto alla fine, ed è una sensazione inquietante vedere che il leader di una potenza nucleare con super armi è qui sotto i giardini così determinato a proteggere il suo paese.

È chiaro che Viktor Orbán ha svolto principalmente una missione di pace, e sebbene anche gli altri risultati raggiunti a Mosca siano stati molto importanti, il messaggio è ancora il più importante:

L'Europa non vuole la guerra!

Il primo ministro ungherese, spesso definito una pecora nera, ha parlato chiaramente a nome dell'Europa. In questi casi, è bene che qualcuno mantenga buoni rapporti con l'Oriente, destra cari Bruxellesiti di sinistra-liberali, occidentali-ortodossi?

Perché la situazione è grave.

E in questa grave situazione è necessaria una posizione ungherese forte e unitaria. Per me è del tutto inimmaginabile che una persona così confusa come Péter Márki-Zay possa negoziare con Putin, per esempio. Non solo perché confuta ogni minuto le sue sentenze precedenti, perché spaccia visioni stupide e devianti, ma soprattutto perché dietro di lui non c'è unità. E non sarà in grado di creare. Chi vuole essere il capo di tutto non può essere il capo di tutti. Non si può dire fuori da un governo che il presidente del Consiglio stia dicendo sciocchezze, a cominciare dalla questione rom e finendo con le questioni economiche. Che gli è permesso di dire qualsiasi cosa solo davanti ai supervisori. András Simon e Judit Péterfi sono quasi in testa. E il presidente di DK e Jobbik rilascia costantemente dichiarazioni che lo confutano. Nessuno lo prende sul serio, non può avere una fazione e pare che non avrà molta voce in capitolo neanche nella lista congiunta.

Non c'è forza e unità a sinistra, c'è solo il calore dei pub. Non lasciare che Orbán vada a Mosca! gridarono.

Lascia che i suoi scagnozzi scortino lì Márki-Zay in modo che possa dire cose che faranno davvero scoppiare una guerra.

Certo che no, la guerra non scoppierebbe! La risata!

Una situazione del genere non è grave!

 

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