Nella festa odierna, ricordiamo che la Vergine Maria, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, presentò il suo bambino nel tempio di Gerusalemme.

Secondo l'usanza, i genitori, Mária e József, offrirono in sacrificio due gerlices o giovani piccioni e consacrarono il figlio primogenito al Signore. All'offerta del sacrificio prescritto dalla Legge mosaica erano presenti anche Anna e Simeone, che chiamava Gesù la luce che illumina le nazioni.

L'usanza di consacrare le candele è stata sviluppata come simbolo dell'incontro con la luce del mondo. La candela, come simbolo di Gesù Cristo, è uno dei sacramenti più antichi. Già in epoca paleocristiana divenne simbolo di Cristo: divora se stesso per servire gli altri.

La presentazione del Signore Gesù (praesentatio Domini) a Gerusalemme si celebrava già nel IV secolo, allora il 14 febbraio, poiché il Natale si celebrava il 6 gennaio. Poiché la celebrazione della nascita di Gesù è stata spostata al 25 dicembre, la presentazione di Gesù ha cominciato a essere celebrata il 2 febbraio.

A partire dal X secolo, i libri liturgici della Chiesa occidentale enfatizzarono sempre di più la purificazione di Maria, e la festa prese il nome da essa: purificatio. Poi, in pieno accordo con la tradizione della Chiesa d'Oriente, dal 1960 la consideriamo di nuovo come la festa del Signore, come la presentazione di nostro Signore.

Il Sinodo di Szabolcs nel 1092 lo classificò come una delle festività obbligatorie. Vacanza consigliata dall'inizio del XX secolo.

San II. Nel 1997 Papa Giovanni Paolo II ha proclamato il 2 febbraio, festa della Madonna della Candelora, Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Da allora, in questo giorno, la chiesa celebra anche il circa un milione di uomini e donne che vivono una vita consacrata nel mondo.

Lo scopo della festa è rendere grazie a Dio per i doni di una vita consacrata, promuovere la conoscenza e l'amore di questo stile di vita tra i fedeli e dare a coloro che vivono una vita consacrata l'opportunità di prendere coscienza della bellezza della loro vita e dei miracoli che il Signore opera in loro e attraverso di loro, a beneficio della Chiesa e del mondo.

Nella tradizione contadina ungherese il cero sacro accompagnava la persona dalla culla alla bara. Brillò accanto al neonato fino al battesimo; quando la giovane madre andò in chiesa per la prima volta, portava in mano anche un cero; le candele venivano accese accanto ai malati gravi, una candela sacra veniva posta nelle mani dei morenti. Secondo le donne di Bő e Osli, la luce della candela indica al morente la via per il paradiso, e il suo fumo allontana e allontana il male dall'anima.

Il cero consacrato veniva custodito nel subloth, cassapanca, oppure legato con un nastro e posto sulla parete, ed era principalmente acceso e pregato accanto durante i temporali.

Fonte: Corriere Ungherese