Il 1° maggio è il giorno della commemorazione liturgica di San Giuseppe Lavoratore nella Chiesa Cattolica. Giorno della Memoria XII. Fu introdotto da Papa Pio il 1 maggio 1955. József, il promesso sposo della Beata Vergine, il padre adottivo del Redentore, era di professione falegname, un semplice lavoratore manuale.
Solo le due storie d'infanzia nei Vangeli di Matteo e di Luca raccontano di più della sua vita. Entrambi i Vangeli presentano Giuseppe al posto del padre nella vita del Salvatore. Luca lo chiama più volte il padre di Gesù. Ha lavorato con Lord József e da lui ha imparato la falegnameria.
San Giuseppe è il santo silenzioso della vita quotidiana. Non ci ha lasciato saggezza. Ha vissuto la sua vita in silenzio, ascoltando il Salvatore. Secondo la tradizione, ricevette il dono più grande in cambio della sua fedeltà e del suo "ascolto": Gesù e Maria furono presenti durante la sua vita così come alla sua morte. Nessun uomo è morto così magnificamente con Dio e sua madre davanti ai suoi occhi.
II. Nella sua esortazione apostolica che inizia con Redemptoris custos, Papa Giovanni Paolo ha scritto, tra l'altro, quanto segue:
«Così come la famiglia di Nazaret è esempio di famiglie umane nell'ordine della salvezza e della santità, così possiamo dire dell'opera di Gesù, che ha svolto al fianco di Giuseppe il carpentiere. Nel nostro tempo, la Chiesa ha voluto sottolinearne l'importanza collocando la commemorazione liturgica di San Giuseppe Lavoratore al primo giorno di maggio. Nel Vangelo il lavoro umano è molto rispettato, soprattutto quando è fatto a mano. Il lavoro è entrato nel mistero dell'Incarnazione insieme all'umanità del Figlio di Dio, e ha beneficiato in modo speciale anche della redenzione. József, grazie al suo banco di lavoro, sul quale svolgeva la sua attività insieme a Gesù, ha avvicinato anche il lavoro umano al mistero della salvezza».
Fonte: Magyar Kurír/ Lessico Cattolico Ungherese
Immagine: mariaradio.ro