Mercoledì Ursula von der Leyen ha tenuto una conferenza all'università americana di Princeton, dove, rispondendo a una domanda degli studenti, ha letteralmente detto che stanno seguendo da vicino le elezioni italiane e "vedremo i risultati delle elezioni, quindi vedremo vediamo se le cose vanno in una direzione difficile, ho già parlato di Ungheria e Polonia, abbiamo gli strumenti", afferma il post Facebook del Centro per i diritti fondamentali.
In altre parole, se questa domenica il popolo italiano affiderà la formazione del governo all'alleanza del partito di destra, il comitato può aspettarsi di esercitare pressioni semplicemente per il colore politico del governo - come ha fatto nei confronti del nostro paese per anni.
Questa è un'aperta ammissione che la commissione sta punendo sia il nostro Paese che la Polonia per motivi di visione del mondo, e se vince la destra italiana, anche l'Italia potrebbe trovarsi nel fuoco incrociato di simili procedure e veti - puntualizzano.
Le parole del presidente della commissione hanno purtroppo confermato il sospetto che i dibattiti sullo Stato di diritto e la democrazia non siano giuridici, ma politici.
Così come ci sono ragioni politiche e non razionali per un'ulteriore applicazione delle politiche sanzionatorie. Ciò che accomuna i due - sottolinea il post - è che sia le sanzioni irragionevoli che le punizioni del nostro Paese sono sostenute dalla sinistra interna - la sinistra ungherese vede nelle istituzioni Ue un alleato per vendicarsi delle successive vittorie della destra e i propri fallimenti.
Le parole di Ursula von der Leyen possono anche essere viste come un'aperta ammissione: Bruxelles non è responsabile dell'unità del continente, ma piuttosto della rottura dell'unità europea eliminando alcuni Stati membri.
I padri fondatori dell'Unione Europea non sognavano certo una comunità che portasse pace e prosperità nel XXI. i loro eredi del XIX secolo rompono la sua unità a causa di antipatie ideologiche e sollevano dubbi sull'unità dell'Europa - sottolinea il Centro per i diritti fondamentali.
Fonte: Nazione ungherese
Immagine di presentazione: Anadolu Agency/AFP/Dursun Aydemir)