Nell'ex convento dei carmelitani, papa Francesco si è espresso contro la cultura di genere e il diritto all'aborto.

Il Papa ha individuato nella cultura di genere un esempio della “via bassa del colonialismo ideologico”, che cancella le differenze, e ha definito privo di significato il cosiddetto diritto all'aborto, che significa sempre una tragica sconfitta.

"A questo proposito, uno dei padri fondatori ha predetto: "L'Europa esisterà e nulla andrà perduto di ciò che costituisce la gloria e la felicità di ogni nazione. È proprio in una società più ampia, in un'armonia più forte che l'individuo può affermarsi".

Abbiamo bisogno di questa armonia: un insieme che non prevalga sulle parti, e parti che si inseriscano bene nel tutto ma conservino la propria identità. La formulazione della Legge fondamentale ungherese è indicativa a questo proposito:

"Crediamo che la libertà individuale possa svilupparsi solo in cooperazione con gli altri", e: "Crediamo che la nostra cultura nazionale sia un ricco contributo alla diversità dell'unità europea".

Penso quindi a un'Europa che non diventi ostaggio delle sue parti e vittima del populismo autoreferenziale, ma che non diventi nemmeno una cosa liquida o addirittura gassosa, rappresentante di una sorta di sovranazionalismo astratto che non si accorge della vita dei popoli. Questa è la vile via del "colonialismo ideologico", che cancella le differenze - come nel caso della cosiddetta cultura di genere - o antepone concetti angusti di libertà alla realtà della vita, ad esempio vantando come conquista l'insensato "giusto all'aborto", che significa sempre una tragica sconfitta".

Benvenuto a Papa Francesco! Grazie per aver attirato l'attenzione dei decisori ungheresi su questi due importanti problemi che toccano profondamente il nostro Paese.