È possibile che l'ex presidente degli Stati Uniti incriminato sacrifichi la sua futura candidatura per evitare di finire dietro le sbarre.
Secondo alcuni, l'ex presidente Donald Trump potrebbe accettare un patteggiamento per evitare il carcere, cosa che gli impedirebbe di ricandidarsi alla presidenza.
La teoria, che per ora è solo un'ipotesi, è stata espressa nel programma del canale televisivo americano MSNBC, visto dal sito di notizie americano Breitbart. Secondo il conduttore, se il caso è così forte come sembra sulla base dell'accusa, l'ex presidente potrebbe affrontare una grave pena detentiva basata sulla legge sullo spionaggio. Ma potrebbe evitarlo se accettasse un patteggiamento come fece il vicepresidente Agnew Spiro negli anni '70.
Spiro era il vicepresidente di Richard Nixon, ma, a differenza del suo "capo", la sua perdita non fu causata dallo scandalo Watergate, ma da un caso di corruzione nel 1973. Poiché il seggio di Nixon era già in grande mutamento e non volevano che Spiro prendesse il suo posto come vicepresidente eletto, gli offrirono un accordo in cui doveva dimettersi dalla vicepresidenza ma evitare il carcere. È così che Gerald Ford è diventato il presidente degli Stati Uniti dopo le dimissioni di Nixon.
Un tale accordo potrebbe essere un jackpot per i democratici, dal momento che Trump potrebbe essere il più forte sfidante del futuro candidato democratico (molto probabilmente l'attuale presidente, Joe Biden) nelle elezioni presidenziali del prossimo anno. Le procedure in corso non influiranno sul tuo lancio.
L'ex presidente si è dichiarato non colpevole delle 37 accuse mosse contro di lui e ha definito l'accusa una "caccia alle streghe".
Secondo il famoso avvocato americano Alan Dershowitz, le accuse contro Trump, sebbene gravi, sono inferiori a quelle mosse contro il presidente Richard Nixon e l'ex segretario di Stato e poi candidato presidenziale democratico Hillary Clinton. In quest'ultimo caso, il Dipartimento di Giustizia non ha indagato nonostante le prove che Clinton avesse distrutto informazioni riservate.
Un liberale autoproclamato, Dershowitz ha rappresentato Trump nel suo secondo processo di impeachment, ma ha votato contro l'ex presidente, due volte. In un'intervista all'edizione australiana di Sky News ad aprile, ha definito l'altro atto d'accusa contro Trump, relativo all'hush money, un esempio estremo di politicizzazione del sistema giudiziario.