Il ministro dell'Agricoltura ha affermato nel suo messaggio su Facebook che è inaccettabile che i prodotti delle gigantesche aziende agricole create dagli investimenti di capitali internazionali e multinazionali arrivino dall'Ucraina al mercato dell'Unione europea in modo tale da sconvolgere completamente il suo normale funzionamento.

Lui ha ricordato che si avvicina una scadenza importante, la moratoria sui prodotti agricoli ucraini, il divieto di importazione, scadrà il 15 settembre. È partito per tre paesi vicini proprio per concordare la posizione su ciò che accadrà dal 16 settembre.

"Bruxelles tace e dobbiamo agire a livello nazionale. Non possiamo restare in silenzio e restare incapaci di fronte agli agricoltori. Gli agricoltori si aspettano che li proteggiamo, che siamo decisivi, che adottiamo misure che garantiscano la sicurezza della loro produzione. Anche oggi abbiamo lavorato su questo!"

Lui ha sottolineato che hanno concordato con i loro colleghi rumeni, bulgari e slovacchi che se a Bruxelles non si deciderà di prolungare la moratoria, agiranno individualmente nell'ambito delle loro competenze nazionali. Vorrebbero coordinare questo processo, e lui ha indicato che il divieto di importazione non riguarderà quattro prodotti, ma presenteranno un elenco più ampio di prodotti, poiché è importante eliminare le perturbazioni del mercato interno.

Non si può accettare che i prodotti delle economie gigantesche create dagli investimenti di capitali internazionali e multinazionali arrivino dall’Ucraina al mercato dell’Unione Europea in modo tale da sconvolgere completamente il suo normale funzionamento.

"Lì i prodotti vengono fabbricati in una struttura produttiva completamente diversa, secondo regolamenti completamente diversi, senza osservare alcuna regola, e poi vengono immessi sui mercati dell'Unione europea in esenzione doganale, senza alcuna restrizione, e mettono gli agricoltori europei e i produttori europei in una situazione impossibile."

"Vediamo che il capitale multinazionale e questi investimenti occupano il mercato dell'Unione Europea, non vogliono andare da nessun'altra parte, vogliono stabilirsi qui. Non possiamo permettere che ciò accada, poiché produciamo secondo regole, in condizioni controllate dal produttore alla tavola, quindi anche i produttori si aspettano giustamente da noi la sicurezza e una visione adeguata per il futuro."

disse István Nagy.

Immagine in primo piano: la pagina Facebook di István Nagy