"Ho sempre pensato a un Dio che ci dà dogmi religiosi, ci priva di ogni tipo di libertà, vuole portare a Sé persone noiose, ma io non volevo una vita noiosa. Allora Dio ha cominciato a parlarmi... È l'unico alla cui presenza mi sono sentito al sicuro per la prima volta nella mia vita." La toccante testimonianza di Kíra Kubus.

"Per tutta la vita, fin da quando ero bambino, ho inseguito la libertà. Non mi è mai piaciuto ciò che era obbligatorio, ciò che era una regola, ne scappavo sempre, mai ad alta voce, eppure c'era in me una ribellione interiore molto profonda. Se mi ordinavano di fare qualcosa scappavo di casa, punivo i miei genitori non facendogli sapere di me per giorni.

In realtà, avevo sempre dentro di me una paura incredibilmente grande, ma ho cercato di coprirla con una crosta in modo che nessuno potesse vederla. Non volevo sembrare vulnerabile, non volevo che nessuno sapesse cosa c'era dentro di me e mi isolavo completamente dalle mie emozioni. Non mi piaceva stare in mezzo alla gente, pensavo che essere asociale fosse proprio il mio modo di essere. Ma in realtà ero solo diffidente. Non mi piacevano le persone che volevano connettersi con me in modo molto profondo e ho imparato a costruire relazioni senza farne un grosso problema.

A casa la nostra vita era piuttosto caotica, la mia famiglia cominciò a disgregarsi, i miei genitori divorziarono. Sfortunatamente, anche le dipendenze correvano in famiglia. Avevo una sorella e in quel momento sentii che l'amavo davvero da sola e volevo prendermi cura di lei.

In qualche modo, ho sempre saputo che Dio esiste, ma nella mia testa era più come un Dio che dà dogmi religiosi, ci priva di ogni tipo di libertà e vuole attirare a sé le persone noiose, ma io non volevo una vita noiosa .

Volevo che un potere superiore non mi dicesse cosa fare lassù e pensavo che avrei percorso la strada verso la libertà.

Ma ho pregato per una sorella perché mi sentivo molto sola in questo periodo e volevo una complice al mio fianco. Ho dato a Dio una descrizione specifica del tipo di sorella che volevo - giusto, il cuore di un bambino, con molta fede in esso - e lui mi ha dato una sorella del genere una per una. Alla fine è stata questa bambina che, all'età di circa 3 anni, è stata presentata ad una comunità cristiana da una sua compagna di classe, e ha invitato lì anche me. Sono andato e, anche se ero un po' scettico sul fatto che avessi qualcosa da guadagnare qui, desideravo ancora la presenza di Dio, sapendo che esisteva.

Sono entrato, mi sono seduto e, mentre ascoltavo il sermone, Dio ha cominciato a parlarmi. Era molto strano per me che Dio fosse una persona, che mi parlasse. Vuole parlare con me quel qualcuno che ha progettato l'intero universo, tutto ciò che in esso vive, che si ribella, che va contro tutto.

Mi ha parlato con un amore che non avevo mai sperimentato prima.

Ho cominciato a vedere che la realtà celeste non ha le stesse regole di qui. Non funziona così, se faccio qualcosa di sbagliato, allora Dio mi colpirà dritto in testa con la Bibbia e mi manderà avanti. Mi ha mostrato che mi ama molto più che lasciarmi nel caos che avevo già preparato intorno a me, e ha iniziato a sfidarmi su alcune cose.

In quel periodo però c'era ancora una grandissima ribellione nel mio cuore, quindi andavo avanti e indietro per le mie cose, cominciavo a fare feste, a fumare, ad andare verso gli uomini, ma c'era già una consapevolezza molto forte che conoscevo i vivi Dio. So come è, so come mi parla e so che è l'unico alla cui presenza mi sono sentito al sicuro per la prima volta nella mia vita. Mi sentivo in colpa perché sapevo che Dio non mi accusava. Sapevo che Gesù Cristo venne sulla terra e prese i miei peccati, la mia vergogna, tutte le mie malattie affinché non fossi condannato. Ero a caccia di adrenalina, volevo qualcosa che mi scaldasse, qualcosa che mi bruciasse, ma iniziavo a sentire che stavo bruciando, ma non di quanto avrei dovuto.

Mi sono rivolto di nuovo a Dio, poi tutto intorno a me si è sentito molto oscuro e nel mio cuore ho visto solo oscurità inconscia. Ho alzato lo sguardo e ho detto a Dio che se puoi ancora riportarmi indietro e lo vuoi, allora sono qui, anche se comunque non mi riprenderei indietro. E tutto quello che ho sentito era una voce dolce e gentile che veniva e diceva che lo voglio.

Se senti questa voce gentile e gentile che ti chiama, tutto ciò che devi fare è rendere Gesù il Signore della tua vita. Gli chiedi di perdonare i peccati che hai commesso e di darti la vita eterna. L'ha già fatto.

Ha fatto il primo passo ancor prima che tu nascessi.

Vi incoraggio a credere che non c'è peccato che Dio non possa perdonare, e non c'è problema che Lui non capisca, perché Lui ha sperimentato tutto, è stato uomo del dolore, ha preso tutto su di sé. Lui è l’unico che capisce davvero cosa ti è successo e vuole saperlo perché vuole conoscere il tuo cuore”.

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