Oggi nella capitale belga non si svolge solo il vertice dell’UE, dove gli agricoltori scontenti stanno organizzando una manifestazione su larga scala, chiedendo sostegno e rispetto per se stessi e per il loro lavoro.
Nei giorni scorsi anche i produttori belgi si sono uniti all’ondata di proteste scoppiate in tutta Europa a causa dell’insoddisfazione dei lavoratori agricoli. Giovedì gli agricoltori belgi hanno organizzato una grande manifestazione, giusto in tempo per il vertice UE.
"È quindi una concorrenza sleale quella in cui noi in Europa dobbiamo rispettare gli standard. Non siamo contrari a questi standard finché ci pagano, ma se poi importiamo prodotti che non li soddisfano e inondano con essi il mercato agricolo europeo, non è logico", ha detto un agricoltore a Bruxelles.
I manifestanti hanno trascorso la notte in un parco vicino al palazzo del Parlamento Europeo, aspettando che altri agricoltori arrivassero da loro giovedì.
"Vorremmo che ci fosse una sorta di continuità nelle decisioni europee. Vogliono portare a termine il Green Deal per cercare di migliorare il clima e le condizioni ambientali del nostro pianeta. Ma come risultato di questo pacchetto, il 4% dei nostri terreni agricoli in Vallonia vengono riclassificati come terreni non coltivati, in altre parole, non vengono coltivati. Non possiamo accettarlo, perché questo 4% verrà prima o poi sostituito da ciò che viene importato dall’altra parte del pianeta. (…) Questo perché è dannoso per l'ambiente, se non altro a causa del trasporto. A volte non esiste una spiegazione logica per il comportamento dell’Unione europea. Soprattutto quando vogliono stringere accordi con il Mercosur per importare prodotti agricoli appena arrivati dall'America", ha detto un agricoltore.
"Siamo esseri umani, nutriamo la popolazione, facciamo le nostre cose, è un lavoro molto difficile dal punto di vista della famiglia e loro non riconoscono quanto valiamo in termini di piramide di Maslow", ha affermato una casalinga, che aggiunse:
"Il primo bisogno fisiologico delle persone è mangiare e bere. E noi serviamo questo bisogno, e non vogliamo dipendere dagli aiuti del governo, vogliamo essere riconosciuti equamente, secondo il nostro valore. Per questo oggi siamo qui a manifestare pacificamente, non vogliamo rompere nulla, vogliamo davvero essere ascoltati. Vogliamo che ci sostengano e ci aiutino".
Il relatore ha riassunto le loro aspettative così: "non abbiamo bisogno di blabla, vogliamo che le conseguenze siano scritte su carta".
Nelle ultime settimane, gli agricoltori hanno manifestato anche in Germania, Francia, Italia, Romania e Spagna, bloccando le strade e richiamando l'attenzione sulla loro difficile situazione con i blocchi. Nei giorni scorsi sono iniziate manifestazioni anche in Belgio, e giovedì a Bruxelles è stato organizzato un movimento su larga scala, giusto in tempo per il vertice dei capi di Stato e di governo dell'UE. I primi manifestanti sono arrivati nella capitale belga già mercoledì sera, li ha incontrati anche il primo ministro Viktor Orbán.
Immagine di copertina: L'iscrizione proclama: Vi nutriamo, ma in esso periamo
Fonte: Magyar Nemzet/Miksa Manninger