Diverse migliaia di persone hanno manifestato domenica a Varsavia in difesa della vita concepita, protestando contro quattro progetti di legge volti a liberalizzare le norme che regolano l'aborto, che sono stati sottoposti ad ulteriore discussione nella Camera bassa del parlamento.

Vivi la Polonia, la marcia nazionale per la vita, organizzata da diverse organizzazioni pro-vita sotto il patrocinio onorario della conferenza episcopale polacca. si è svolto con un motto.

Venerdì l'arcivescovo Tadeusz Wojda, presidente della Conferenza episcopale polacca, ha chiesto ai fedeli di pregare domenica per la protezione della vita concepita.

La folla che marciava sotto le bandiere polacche, tra cui molte famiglie con bambini, ha percorso un percorso di oltre due chilometri in centro, dalla piazza davanti al Castello Reale di Varsavia fino alla piazza delle Tre Croci, dove la manifestazione si è conclusa con un concerto.

Dal 2019 viene organizzata la Processione Nazionale della Vita.

Quest'anno è stato legato al fatto che la Polonia ha adottato il cristianesimo 1058 anni fa, giorno in cui cade la domenica dell'anniversario.

Gli organizzatori della marcia hanno reagito anche alla bozza del partito di governo volta a liberalizzare il diritto all'aborto, che il Sejm ha sottoposto venerdì per un'ulteriore discussione, e hanno anche creato una commissione parlamentare speciale per valutare il pacchetto.

La bozza presentata dal partito leader della coalizione governativa polacca, la Coalizione Civica, permetterebbe l'interruzione della gravidanza fino alla 12a settimana di gravidanza. Lo stesso sarebbe possibile con i due progetti presentati dal gruppo di sinistra, anch'esso membro della coalizione di governo, uno dei quali consentirebbe anche l'aborto in determinati casi, determinati dal punto di vista medico, in tutte le fasi della gravidanza.

Il piano congiunto degli altri due partiti della coalizione di governo, Polonia 2050 e Partito Contadino Polacco (PSL), ripristinerebbe lo status quo secondo la legge approvata nel 1993, nota anche come compromesso sull’aborto, e indicherebbe un referendum sull’aborto. questa edizione.

La legge del 1993 consentiva l'interruzione della gravidanza in tre casi: se la gravidanza è conseguenza di violenza sessuale, se la vita della madre è in pericolo o se il feto ha subito danni irreversibili.

Secondo la decisione del 2020 della Corte costituzionale polacca, l’aborto è consentito solo nei primi due casi.

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Immagine di copertina: Manifestazione contro l'aborto in Polonia
Fonte: X