Spirito? Blasfemia? Non sono sicuro. Scritto da Zsolt Ungváry.

La pubblicità delle patatine "ha offeso tutti i cattolici del mondo", riporta index.hu di uno spot televisivo italiano in cui le suore offrono petali di patate fritte salate e croccanti. A prima lettura sembra scioccante, vedendo le persecuzioni cristiane che stanno diventando una pratica quotidiana in Europa, si viene presi dall'indignazione e dalla rabbia. Farò comunque clic sul cortometraggio di trenta secondi.

Le suore vengono a messa. Durante questo tempo, una di loro (forse la badessa?) prepara il calice contenente l'Eucaristia, lo capovolge, ma appare vuoto. Per questo, tira fuori un sacchetto di patatine. Taglio. Le suore si preparano al sacrificio, il vecchio - un po' rimbecillito? – il prete mette l’ostia in bocca alla prima donna, la suora la morde in due, il suo volto scoppia di gioia. Pap guardò con sospetto nella tazza: c'erano delle schegge. Tutti guardano con rimprovero di lato, dove proprio in questo momento l'infermiera sta sgranocchiando con entusiasmo i petali di patate dal sacchetto.

Mi sono offeso? Non lo so.

Il pubblicista di solito rivela. Non sono sicuro adesso. index.hu cita il capo del gruppo cattolico che vigila sulla radiotelevisione italiana, che classifica il caso come blasfemia. "Cristo è stato ridotto ad una patatina", si legge nell'accusa. L'annuncio è stato ritirato dalla TV, anche se potrebbe essere ancora disponibile online.

Da duemila anni i cristiani sono abituati a essere perseguitati, umiliati e ridicolizzati, a volte in modo più gentile, a volte più duramente, a volte solo localmente, a volte in aree più vaste.

Se Gesù Cristo non avesse predetto tutto questo con grande precisione: «(...) vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno. Sono in balia delle sinagoghe e messi in prigione, trascinati davanti a re e governatori per il mio nome" (...) - potremmo persino temere che stiamo lottando per l'accettazione di un dio debole contro le avversità eterne. Ma non importa quanto sembri perduta la nostra situazione, anche dopo duemila anni possiamo citare le parole pronunciate a Tamás con fiducia e speranza.

“Hai creduto perché hai visto. Beati quelli che non vedono e tuttavia credono”. (Gv 20,29)

Ora, quando viviamo nell’epoca della realizzazione delle libertà, è come se avessimo cominciato a contrapporre diritti diversi per ridurli o eliminarli. La libertà di parola è quella che ha perso di più. Certe espressioni, contenuti, perfino suggestioni e dicerie sono già punibili in certi luoghi. Prima o poi ogni comunità avrà le sue lamentele, per cui, se gli altri tutelano amministrativamente i propri interessi, anche loro chiederanno il divieto. Noi cristiani abbiamo subito (e subiamo) così tante ingiustizie che sembra una reazione naturale: se ci fanno del male, lasciamoci perseguitare con la stessa determinazione.

Tuttavia, questa è una trappola che porterà alla totale impossibilità della libertà di parola e di opinione, e poiché il potere e la forza sono nelle mani di coloro la cui visione del mondo è radicalmente diversa dalla nostra (forse posso dire che è decisamente satanica), è utile ai loro interessi se ci alziamo in questa posa di vittima che si lamenta e che proibisce.

Inoltre, ti porta fuori strada, poiché ti bombardano costantemente con contenuti molto più pericolosi, 24 ore al giorno, spesso inosservati. Se questa pubblicità venisse vietata, si creerebbe l'impressione che i cristiani "dominino" nei media, nella politica, nella vita pubblica, la "polizia del pensiero cristiano" metta in pericolo la libertà, e non esiste nessun altro programma anticristiano, perché se ci fosse, sarebbe bandito proprio così. (Accadde una situazione molto simile negli anni Novanta, quando la settimana successiva apparve alla televisione ungherese il film L’ultima tentazione di Cristo, contro il quale la Chiesa protestò. Alla fine il film fu sospeso e tanti atei liberali maledissero il corso cristiano e la influenza illimitata della chiesa con bocche insanguinate, mentre i media riversavano in massa contenuti anticristiani. Questa è l'unica opera - e, secondo me, che può essere accettata da un punto di vista cristiano - che non è stata consentita. .)

Penso che questa pubblicità – nascosta in una marea di pubblicità, che arriva solo a pochi, un’onda piccola e veloce del mare di informazioni – sia piuttosto spiritosa, e per il resto molto italiana, leggera e divertente. L'intero ambiente (con le giovani suore, l'ambiente accogliente) è attraente, familiare, non duro e nemmeno ripugnante. La scelta stessa dell’argomento conferma ciò di cui stiamo parlando: in Europa un ateo è anche cristiano. Un ambiente familiare per il ricevente, un atto familiare, uno scherzo che non necessita di spiegazioni; possiamo davvero scherzare con ciò che conosciamo e amiamo.

Proprio coloro che sono profondamente coinvolti in questo non penseranno per un secondo che il corpo del Signore possa essere sostituito con petali di patata.

Poiché quei pezzi di graffette - abbiamo visto, arrivati ​​da un sacchetto di plastica in un negozio all'insaputa del prete - non sono stati trasformati. Sarebbe stato blasfemo fare qualcosa di brutto con l'ostia veramente consacrata. Ma anche chi lo fa dovrebbe avere problemi. Non farebbe male neanche a Dio, tranne che a coloro che stanno danneggiando le proprie possibilità. Infatti la nostra esortazione è soprattutto per loro, perché ci è stato comandato di diffondere la buona novella anche tra i gentili, e siamo responsabili di questi sfortunati sviati in possesso della verità conosciuta.

Tali occasioni sono buone per riflettere sui pilastri della nostra fede e impegnarsi in un dialogo con coloro che ancora non capiscono. Non vietiamo né odiamo (anche se questa è la nostra prima reazione), ma cerchiamo di educare e convincere.

E poiché abbiamo ragione, perché abbiamo ragione, non rischiamo nulla. D'altro canto, se tutti chiedessero restrizioni, anche la verità sarebbe vietata, come nel caso di Päivi Räsänen, un politico finlandese che ha citato la Bibbia e per questo è stato denunciato.

Ma non dovremmo mai permetterlo!

Domenica

Immagine di presentazione: screenshot